L’Europa vuole una maxi tassa sulla benzina che rischia di stendere gli automobilisti!

E-fattura carburanti

Il dubbio sorge spontaneo. L’Europa vuole impoverire i suoi abitanti? Che senso ha un’Unione Europea che impone leggi e leggine che alla fine significano impoverire gli europei e quindi gli italiani? Gli “attacchi” principali, in nome di una cultura ecologista oltranzista, sono indirizzati alle case e alle auto degli europei! La prossima stangata è la normativa Euro 7 con i maggiori costi che porta al prezzo delle auto. Ma non basta. La “cara” Europa vuole “stendere gli automobilisti” con una nuova tassa sulla benzina che per gli italiani e la nostra economica si tradurrebbe in un ko micidiale.

Stiamo parlando della nuova direttiva europea 2023/959 del Parlamento e del Consiglio del 10 maggio 2023 che introduce una riforma del sistema Ets (Emission Trading System) che regola lo scambio di quote di emissioni di CO2. La nuova direttiva si estende al trasporto via nave, ma in particolare prevede la creazione di un nuovo mercato delle emissioni destinato al riscaldamento domestico e ai trasporti su gomma. Le aziende petrolifere dovranno pagare per la CO2 emessa nella fabbricazione di carburanti, ma il costo aggiuntivo è destinato a scaricarsi sul prezzo finale di benzina e gasolio. Il sistema entrerà in vigore dal 2027, con previsioni allarmanti.

Il meccanismo dei crediti di CO2 si basa su aziende che investono in progetti di salvaguardia dell’ambiente e di cattura o riduzione dei gas serra, guadagnandone in cambio dei titoli, delle “azioni verdi” che poi mettono in vendita. Vengono acquistate da imprese che per la natura delle lavorazioni si cui si occupano emettono grandi quantità di C02, quindi sono in debito. Il credito acquistato e pagato in euro per tonnellata di CO2 lo bilancia, e nella pratica consente di continuare ad emettere. I “cattivi” comprano buone azioni.

La nuova direttiva Ue 2023/959 interessa anche il consumo di massa dei carburanti. Deve essere recepita dallo Stato italiano – dopo l’approvazione parlamentare di un’apposita legge delega al Governo e conseguente passaggio in Consiglio dei ministri – e prevede alcune tutele per gli automobilisti e delle fasce più vulnerabili della società, con un Social Climate Fund (fondo sociale per il clima) per interventi destinati a calmierare i prezzi. Ci sarebbe il divieto per i fornitori di carburante di trasferire più della metà dei costi ai consumatori finali. Le istituzioni europee mirano a limitare il nuovo prezzo delle quote CO2 ad un massimo di 45 euro per tonnellata, che equivarrebbero a 10 centesimi di costo aggiuntivo per litro di benzina, 12 centesimi per litro di gasolio. In riferimento alla progressione dei prezzi nell’attuale mercato Ets, le conclusioni sono sconfortanti. Le aste europee hanno visto salire il prezzo delle quote dagli 8,34 euro del gennaio 2018 alla media di 86,17 euro prevista per il 2023 e 96,19 euro per il 2024, secondo una analisi condotta dalla agenzia Reuters, mentre la previsione dei prezzi medi nel 2025 sale a 104,84 euro/tonnellata. Ma c’è di più.

In base alle proiezioni della International Energy Agency il prezzo delle quote nel nuovo mercato coinvolgerà un numero superiore rispetto agli operatori del sistema attuale da fare lievitare la richiesta e i prezzi delle quote in vendita per effetto della mancanza di una corrispondente quantità di società impegnate a generarle, con progetti ambientali che richiedono tempi sempre più lunghi per essere realizzati. Una crescita esponenziale della domanda potrebbe portare ad un prezzo per tonnellata di CO2 pari a 200 euro, 53 centesimi per litro di gasolio e 47 centesimi per litro di benzina. Simulando l’applicazione di quell’aumento ai prezzi medi attuali dei carburanti, la benzina salirebbe a 2,288 euro al litro, mentre il gasolio arriverebbe a 2,191 euro al litro, al netto di eventuali imposte. Secondo uno studio finanziato dal ministero della ricerca tedesco, se i paesi dell’UE non adottano ulteriori misure di politica climatica, il prezzo potrebbe toccare nel medio termine addirittura i 350 euro. Un maxi salasso che dalla benzina finirebbe nel carrello della spesa e non solo. È questa l’Europa che vogliamo???