Rizziconi. Trovato il corpo di Denise Galatà: morta la diciottenne dispersa nel fiume Lao

Denise Galatà ph dal web

A Piano Lago da ieri sono arrivati i genitori di Denise Galatà. Della ragazza reggina prima è stato trovato il caschetto che le proteggeva il capo. Era rimasto incastrato su una sporgenza della riva destra del fiume Lao. I soccorritori l’hanno trovato scendendo per il corso d’acqua, a un centinaio di metri di distanza da dove s’è capovolto il gommone. Intorno ad ora di pranzo, il rinvenimento del corpo della giovane. Denise Galatà, 18 anni, nata a Cinquefrondi, residente in contrada Manduca a Rizziconi, era dispersa da ieri. Con Denise c’erano i compagni di scuola le compagne di scuola, studenti e studentesse del liceo “Giuseppe Rechici” di Polistena (Reggio Calabria), partite dalla cittadina della Piana di Gioia Tauro per una gita nel Parco Nazionale del Pollino.

Le ricerche sono state condotte dai vigili del fuoco, dai carabinieri, dal Nucleo speleo fluviale e da gruppi di volontari. La direzione delle indagini è stata assunta dal procuratore capo Alessandro D’Alessio.

I ragazzi sarebbero dovuti rientrare ieri sera, insieme ai due docenti che li hanno accompagnati in gita. Tra le mete prevista quell’escursione sul fiume Lao, considerata sicura per l’esperienza accumulata in questi anni dalle guide che operano nella zona e per l’equipaggiamento fornito ai partecipanti. Ma qualcosa, lungo la fase di discesa, è andato storto. Il canotto su cui si trovava Denise, a causa di una improvvisa ondata, ha urtato un altro gommone che procedeva a breve distante, sobbalzando fino a capovolgersi. La ragazza e altri tre che erano insieme a lei sono finiti in acqua. Tre compagni di Denise sono stati subito recuperati dalle guide, uno di loro soccorso in barella e poi in ambulanza per una ferita a una caviglia. Gli altri tirati su da quella zona impervia tramite un sentiero, messi in salvo e trasferiti con una navetta nella caserma di Castrovillari.

“Di colpo tutti i gommoni hanno sbattuto uno contro l’altro, chi è caduto, chi si teneva, sopra al nostro ne è finito un altro – hanno raccontato gli studenti nelle chat con i loro prof rimasti a Polistena e i loro genitori – Per non so quale santo noi non siamo caduti, ma altri sono stati mezz’ora a mollo nell’acqua ghiacciata, ci facevano spostare di qua e di là per aiutarci”.