Dimmi che mi ami

Dimmi che mi ami

 

Vincenzo Calafiore

( da: Il Ladro di Coriandoli – inedito )

 

La cosa più bella che possa capitare ad un uomo è quella di svegliarsi ed avere in testa il nome di lei, nella mente il volte in tutte le sue espressioni e verrebbe voglia di porle una domanda:

dimmelo tu cos’è questo, come chiamarlo, che nome dargli?

La risposta più appropriata sarebbe: questo è amore!

Ma l’amore cosa è l’amore? Se pensandolo ne parliamo col sapore della carne in bocca, non è amore è sessualità, l’amore è un’altra cosa, è un qualcosa di più interiore, forse quel sentire dentro, quel rimanere in attesa di un qualcosa che potrebbe anche non giungere, quel sentire un gran senso di vuoto e smarrimento quando lei non c’è.

Non facevamo l’amore ….  uno sopra l’altra ….. noi facevamo l’amore scambiandoci degli sguardi di sfuggita, in mezzo alla gente e nessuno ci guardava.

Facevamo l’amore quando ti sfioravo con le dita cercando di afferrarti, per poi tenere la tua immagine nel cerchio delle dita; lo facevamo accarezzandoci, baciandoci sulla fronte, tenendoci per mano.

All’inizio sembrava una favola e ho pensato, forse è giunto il mio momento di essere felice … e invece non è stato così. Alla fine si raccoglie ciò che è rimasto della propria vita per tornare a vivere e nella maniera migliore … sono tornato a vivere !

Dimmi che mi ami! Questo avrei voluto dirtelo quando ti allontanavi, dimmelo sempre che mi ami, perché non è mai abbastanza. Non è abbastanza per uno come me che vive in bilico tra fragili sogni , e incertezze.

Dimmi che ti manco, che sono il tuo – sempre -. Dimmi che ti appartengo, dimmi che mi appartieni. Dimmelo sempre, dimmelo ancora, dimmelo fino a mandar via la paura di non trovarti.

So di non essere perfetto, sono rimasto sempre me stesso, fragile ma allo stesso tempo forte perché la vita mi ha insegnato a essere un guerriero e a rialzarmi sempre. Troppe volte mi sono fatto rubare il sorriso, troppe volte ho permesso che mi venissero strappate le ali e mi venisse impedito di volare. Sbagliando ho giustificato chi mi ha fatto del male. Adesso voglio solo che amarmi, cercando riparo nelle stelle.

Con te ho imparato ad attraversare le tempeste peggiori con l’anima altrove.

Non voglio più permettere a nessuno di dirmi di non essere abbastanza, di farmi rubare i miei sogni.

Sono tempesta e uragano, sono sogno e nuvole, sole e calore di un’estate dentro di me. Non voglio briciole di vita, briciole di amore, briciole di tempo, briciole di niente, voglio la vita! Non vorrò mai più inseguire chi non è voluto esserci!

Sono fuoco, sono mare, vento e tempesta, primavera.

Sono un ladro di colorati coriandoli, impetuoso uragano quando dico di amare. Dentro di me ci sono nuvole e cielo e mare negli occhi, sole nel cuore.

Ora sono i giorni in cui cerco di rimettere insieme i pezzi del mio cuore, giorni difficili in cui non so come raggiungermi, a cosa aggrapparmi, come curare le ferite, ogni giorno raccolgo una parte di me e la rimetto insieme. Alla fine ho imparato a bastarmi. A volte cerco di sorridere, per non pesare a nessuno, ma in me restano sempre quelle ferite che fanno male, restano cicatrici difficili da rimarginare. E nessuno sa quanta forza ci vuole per continuare a sorridere, per rialzarsi dopo ogni caduta, per trattenere le lacrime. Nessuno sa quanta forza ci vuole a volte per continuare a vivere e restare a galla mentre tutto è tempesta. E spero che presto ci sia una nuova primavera e rinascerò più forte di prima.

Sarà una meraviglia, vivere!