Logos

Vincenzo Calafiore

“ Ogni scrittore spera di raggiungere

il più vasto pubblico possibile,

di attraversare tutti i confini possibili.

Senza sottovalutare però la falsa geografia

culturale che si è instaurata all’inizio

del XXI secolo. “  Vincenzo Calafiore

 

Tutto è standardizzato, le storie in tv o su internet non hanno moralità.

La “ Letteratura “ racconta storie. La televisione da informazioni vere o false che siano, e crea confusione, disamore, disagio.

La Letteratura coinvolge. La televisione con la sua illusione di immediatezza distanzia, imprigiona in una sorta di indifferenza.

Le cosiddette storie raccontate dalla televisione soddisfano la fame di aneddoti e offrono modalità di comprensione che si elidono a vicenda ( ciò è rafforzato dalla pratica di punteggiare con le pubblicità le narrazioni televisive.

Tali storie affermano implicitamente – l’idea – che tutte le informazioni siano potenzialmente rilevanti o interessanti, che tutte sono senza fine e se si interrompono è perché sono state spodestate dal altre più recenti, più sensazionali.

Presentando un numero illimitato di storie inconcluse, le narrazioni proposte dai media, il cui consumo ha drammaticamente sottratto tempo alla lettura, offrono una devastante lezione di amoralità e distacco antitetica e quella incarnata da un –progetto – del romanzo.

Nella narrazione di storie praticata da uno scrittore c’è sempre una componente etica. Questa componente etica non sta nella contrapposizione di una verità alla falsità della  cronaca. Sta nel modello di comp0letezza, di intensità, di emozioni fornito dalla storia, e dalla sua risoluzione che è l’opposto del modello di ottusità, di incomprensione, di passivo sgomento, e conseguente ottundimento dei sentimenti, offerto dal sovrabbondanza di storie  inconcluse disseminate dai media.

La televisione offre informazione estremamente svilita e non vera, una verità che lo scrittore è costretto a sopprimere in nome del modello etico di comprensione caratteristico dell’impresa narrativa: vale a dire, la consapevolezza che molte cose accadono nello stesso tempo ( il tempo esiste perché le cose non succedono tutte contemporaneamente … lo spazio esiste perché non succedano tutte a una singola persona.

Raccontare una storia vuol dire: è questa la storia importante. Vuol dire ridurre l’estensione e la simultaneità del tutto a qualcosa di lineare, a un tragitto.

Essere individuo morale significa prestare, essere obbligato a prestare un certo tipo di attenzione. Quando esprimiamo giudizio morale, non stiamo semplicemente affermando che una cosa è migliore di un’altra. Stiamo affermando, in modo ancor più fondamentale, che una cosa è più importante di un’altra.

Ma forse il primo passo verso la saggezza e l’umiltà sta nel rassegnarsi ad accettare l’idea, la devastante idea, della simultaneità di ogni cosa, e della incapacità della nostra comprensione morale che è anche quella dello scrittore di assimilarla … !

Gli scrittori, dunque , assolvono un necessario compito etico sulla base di un diritto a un pattuito restringimento del mondo reale, sia in termini di spazio che di tempo.

I personaggi di un romanzo agiscono in un tempo che è già completo, in cui tutto ciò che vale la pena salvare è stato preservato, lavato da ogni incrostazione; ed hanno destini estremamente leggibili.

Il destino della Letteratura stessa è qualcos’altro.

Attraverso la scrittura…. Le parole…Logos lo spazio è sconfitto, il – qui- e il  – là – sono in constate contatto tra loro, come io e te!

Ci vorrebbe ogni giorno un equinozio di primavera, il giorno d’equilibrio perfetto tra luce e ombra … tra cuore e anima!