La psicologia della motivazione e del successo e il suo impatto sull’autostima

I modelli culturali attuali vogliono le persone in grado di riuscire a fare tutto e bene, ovvero di essere produttive sul lavoro, sollecite e affettuose nella vita privata, verso il partner e ancora di più nei confronti dei figli, senza mai subire un inciampo, uno scivolone anche minimo.

Una perfezione disperante, potremmo dire, alimentata da una tendenza all’iper-produttività che presenta però un conto importante, alla fine, per la salute mentale e fisica dell’individuo, ancora di più verso le donne, nei confronti delle quali le pressioni sono particolarmente alte.

Ci si sente in obbligo di mostrare la versione migliore di sé sempre, senza che vi sia più un confine tra vita lavorativa e privata. L’iper-produttività divora tutto, a cominciare dall’autostima, poiché porta ad andare oltre i propri limiti personali per 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

Il fenomeno è ormai radicato nell’epoca contemporanea e ha visto ulteriore enfatizzazione con l’avvento dei social media, che propongono un’immagine della persona non aderente alla realtà da un lato, e mettono al centro scatti di pura perfezione.

Come uscire da questo circolo vizioso? Cominciando con l’aumentare la propria autostima, un termine utilizzato per indicare il valore che la persona dà a se stessa e la relativa percezione. Un tratto della personalità, persino, che coinvolge valutazioni a più livelli: aspetto fisico, emozioni, comportamenti e pensieri, tutti fattori tra loro interconnessi.

Oggi vediamo in che modo la psicologia riesce a portare benefici concreti sull’autostima agendo a livello della motivazione per la persona, che si troverà a vivere una vita davvero di successo. Attenzione, non iper-produttiva, ma appagante e soddisfacente.

L’impatto dell’iper-produttività sull’individuo

L’iper-produttività è qualcosa che conosciamo fin dall’infanzia, con le valutazioni scolastiche che portano ad “aggiudicarsi” un voto (e quando i figli non portano a casa quello che i genitori desiderano non mancano spesso le discussioni con gli insegnanti).

La ritroviamo per tutto il resto della vita, nelle ore del lavoro e in quelle dopo, in cui ci si domanda gli uni con gli altri: che cosa fai quando non lavori? Come se fosse un peccato mortale non fare niente, ogni tanto, concedersi un momento di “tregua” tra un’attività e l’altra.

Bisogna praticare attività fisica, seguire il corso di ceramica, di inglese, e allo stesso tempo avere una casa pulita perfettamente, cucinare sano (e richiede tempo), coltivare hobby, interessi e amicizie, essere amabili e gentili ogni ora del giorno. Andare avanti, senza mai fermarsi né retrocedere.

Sono solo esempi, ma che vogliono far accomodare un attimo su una sedia e riflettere, prendersi un respiro per pensare a quanto davvero ci si relaziona con sé stessi in questa corsa continua.

Qualcosa che viene fuori quando invece si cade, ed è fisiologico e naturale nella vita. È qui che ci si rivolge solitamente alla psicologia, per combattere stati di ansia e di depressione, in aumento in seguito alla pandemia dove la produttività richiesta è ulteriormente aumentata, insieme allo stress interconnesso.

Stando a quanto riporta la Fondazione Veronesi, citando uno studio del Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University, l’impatto è stato a livello mentale ed emozionale, interessando in particolare i seguenti aspetti:

  • rapporti con partner e figli;
  • attività legate al lavoro o allo studio nel caso degli studenti.

Il senso diffuso nella popolazione, specialmente nei giovani, è di affaticamento. È pertanto incrementato il consumo di ansiolitici, sonniferi, antidepressivi e rimedi naturali simili.

La risposta degli approcci della psicologia contemporanea vede un intervento in particolare su due aspetti: oltre all’autostima il senso di autoefficacia, agendo su entrambi a livello motivazionale. Vediamo come.

Autostima, senso di autoefficacia e felicità della persona

In un modo che va di corsa e insegue la perfezione coltivare un’immagine di sé nel segno dell’autostima è qualcosa di alquanto complesso.

Quali sono i fattori che influenzano negativamente l’autostima? Le esperienze personali, valutazioni troppo critiche da parte del tessuto sociale di riferimento, un pensiero negativo verso sé stessi, la presenza di malattie o condizioni di disabilità, una vita lavorativa non soddisfacente e via dicendo.

Le persone che hanno una sana autostima hanno invece iniziato a coltivarla, se non fin dalla più tenera età perlomeno in quella adulta, magari facendo un percorso psicologico, impegnativo certamente ma capace di aiutare a vivere pienamente l’esistenza nel suo complesso e la quotidianità.

I segnali di una buona autostima sono in particolare:

  • acquisizione della capacità di dire di no, per fare quello che davvero si può/si desidera fare;
  • riuscire a manifestare esigenze e bisogni, senza che l’emotività governi la propria vita;
  • pensiero positivo, verso se stessi prima di tutto;
  • senso di fiducia, un ottimismo e un’apertura verso la vita;
  • consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, vissuti senza sensi di colpa;
  • capacità di tollerare la frustrazione;
  • capacità di trasformare le esperienze negative in momenti di crescita.

Come si può intuire, si tratta di aspetti che non crescono, proprio come l’autostima, con la naturalezza in cui un frutto matura sull’albero ma che richiedono impegno e lavoro. Qualcosa per la quale la psicologia odierna presenta diversi approcci, nel segno della motivazione e del senso di autoefficacia.

Con tale termine si indica la fiducia da parte della persona nelle proprie potenzialità, abilità e capacità, in modo da poter avere maggiori risorse da dedicare alla propria vita. Diversi studi hanno dimostrato che è possibile modificare l’autoefficacia, rafforzandola e agendo sulla sua percezione. Ne vale la pena? I risultati odierni dicono di sì.

Conclusioni

Sono molteplici gli episodi apparsi sulle cronache giornalistiche che riportano l’impatto negativo che presenta la cultura dell’iper-produttività sulla vita delle persone. La psicologia offre oggi risposte concrete a fronte di approcci la cui validità è ormai consolidata.

Se una volta andare da un professionista specializzato nella salute mentale era qualcosa da fare solo in presenza di problematiche importanti (e verso cui c’era un certo senso di vergogna e persino fallimento), la concezione attuale vuole invece una vision in cui si tratta di un percorso di conoscenza di sé per acquisire maggiori motivazioni e migliorare la propria vita.

Qualcosa reso ancora più possibile dalla psicologia online, capace di coniugare i progressi della moderna tecnologia alla conoscenza di una disciplina in grado di garantire benefici concreti per la salute.