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Vincenzo Calafiore

“ La letteratura è un viaggio

fra scrittura diurna e notturna,

fra sogni e illusioni, paradisi e inferni ! “

Vincenzo Calafiore

Chiedersi cosa significhi,- scrivere – per me è l’offrire la possibilità di dialogo e di scambio.

Per me scrivere implica dedizione,concentrazione, interesse.

La narrativa per me è come un uovo, che è, e arriva a noi completo, tuorlo e albume racchiusi in un guscio, tutto insieme, e uno lo tiene in mano ed è tutto lì, completo.

Lo stesso vale per un racconto, per una sola pagina.

Con un romanzo, invece, è come partire per un viaggio di scoperta, e non di superficialità, che purtroppo è dominante, tanto è vero che in questa sfera c’entra tutto come un uovo.

La quotidianità è come parte di una storia, ove i personaggi provengono dall’attenzione e magari anche dalla fascinazione, per certe esperienze del vivere; dalle persone che s’incontrano e da ciò che esse rivelano oppure nascondono di se stesse.

Le “ maschere “ che ci nascondono, la solitudine che ci fa paura, la passione consumata in solitudine, perché in ogni caso “ amare “ implica la resa di fronte a qualcuno che  tradisce, che abbandona.

La vita appartiene ai temerari o agli ingenui che credono che si possa “ amare “ semplicemente. La vita è dei coraggiosi, appartiene ai coraggiosi, che per averla sono disposti ad affrontarne le sofferenze, pur di assaporarne i momenti esaltanti.

Tuttavia questo amore chiamato vita così ampiamente dissacrata, piena di paure diffuse, di elargire affettuosità sincere, va nonostante tutto – essere amata – !

L’istinto, privo del coraggio necessario per vincere le paure, lascia i rapporti sospesi in una sorta di spazio ….. limbo, in cui mancano definizioni precise e condivise.

Per me che scrivo, le persone sono più importanti dei principi, la mia attenzione va alla vita degli individui: le complessità e le inumane condizioni di vita cui si è sottoposti nei suoi diversi aspetti, ma è attraverso queste che l’intero processo umanistico viene cristallizzato.

Si vive, insomma, per sopravvivere ! Sempre più lontani dalla lettura di certi libri fondanti, che fanno scoprire il piacere della lettura facendoci sentire il sapore del racconto e dell’avventura, lo stesso sapore che aiuta ad aprirsi alla scoperta di nuovi mondi.

Esplorando le parole!

La scrittura è un’essenza della realtà che potrebbe fare a meno della realtà, che può sostituire ciò che non esiste e rappresentare un’assenza, costringere la realtà o la natura assente a presentarsi nella sua inafferrabilità.

Perché la cultura, con l’invenzione, può farci intravedere un bagliore di vita, più che la superficialità che la cela nella sua esteriorità inutile.

Una realtà fatta di contraddizioni e chiaroscuri talvolta impalpabili, talvolta violenti!

Disincanto e disillusione non negano, ma bensì come un setaccio filtrano le gelatinose menzogne, la retorica sentimentale, la pappa del cuore con la quale tanto volentieri si ingannano gli altri e si inganna se stessi.

 

E’ vero. Forse tendo troppo a difendere le donne; il mio sangue è randagio! E c’è un solo modo per onorarle: amandole così come sono, perché sono donne forti e posso imparare molto più dalle donne che dagli uomini.

Vivono e sono espressione sofferta, di questa realtà che delle donne non ha alcun rispetto.

 

Uomini e donne, liberi e tolleranti sono tuttavia accomunati dagli stessi problemi a vivere con una finta gioia, pienezza e sincerità l’attaccamento reciproco.

Per amare fino in fondo è necessario essere se stessi, senza maschere, e mostrarsi all’altro vincendo pudori e insicurezze.

La libertà di essere felici in sé e godere contemporaneamente la gioia di amare; senza l’adozione di veli rassicuranti che appanna l’identità.

Per amare quindi sembra necessariamente indispensabile la grande capacità di stare soli con se stessi e non avere necessità dell’altro per sopravvivere.