Cosa mangiare a Napoli: i piatti tipici della cucina Napoletana

La cucina tipica napoletana è caratterizzata da una grandissima varietà di piatti, frutto delle influenze culinarie di culture differenti, che nel corso degli anni hanno interessato direttamente la città e i territori partenopei attigui.

Le origini della gastronomia napoletana affondano le radici nel periodo greco romano.

A causa delle differenti dominazioni che si sono avvicendate, tante sono state le influenze culturali tipiche di altre nazioni che si sono fuse con quelle locali.

Il risultato è una cucina ricca e variegata, fatta da una sapiente alternanza di piatti nobili e piatti poveri che hanno un forte legame con il territorio.

Vediamo assieme quali sono i piatti tipici che meglio rappresentano la storia e l’identità di questa parte d’Italia.

L’autentica pizza napoletana

La pizza a Napoli è molto di più di un semplice piatto da gustare: qui, infatti, significa tradizione, poesia e maestria. Dal 2017 la pizza napoletana è stata dichiarata patrimonio culturale immateriale Unesco e le sue origini risalgono al 1720.

Fu allora che cominciarono a comparire sulle tavole dei napoletani i primi dischi di pasta lievitata conditi con pomodoro.

Solo nel 1889 nacque la più celebre di tutte le pizze: la Margherita, condita con pomodoro, mozzarella fiordilatte, olio extravergine d’oliva, basilico fresco e un pizzico di sale.

La pizza così preparata con gli ingredienti colorati come la bandiera nazionale, fu una brillante intuizione del cuoco Raffaele Esposito, che la volle chiamare come la regina d’Italia appartenente alla casata dei Savoia: Margherita.

Da allora in poi, di varianti ne sono nate tantissime e tutte squisite. Come la pizza fritta tipica dello street food partenopeo, un retaggio del dopoguerra povero e in cui era difficile trovare la legna per accendere il forno e c’è la pizza parigina.

Una versione che molto differisce dalla ricetta originale, che prevede un involucro di pasta sfoglia farcita con prosciutto cotto e pomodoro. Sembra che questa varietà di pizza sia stata inventata dal cuoco francese che lavorava per la corte della Reggia di Caserta.

La pastiera napoletana, da preparare per il giorno di Pasqua

La pastiera napoletana è una torta legata a mille e più leggende.

C’è quella in cui si narra che la sirena Partenope emergesse dalle acque del golfo di Napoli ogni primavera, e, un giorno, decise di allietare gli abitanti con il suo canto.

I napoletani accorsero ammaliati da quella melodia, portando in dono ingredienti simbolici, che poi gli dei del mare mescolarono creando proprio la pastiera. Si vocifera poi che Ferdinando II di Borbone facesse preparare la pastiera per rallegrare la moglie che non sorrideva mai.

Sembra che le suore del convento che si trova a San Gregorio Armeno, fossero delle maestre pasticcere bravissime nel preparare eccellenti pastiere, formate da un guscio di pasta frolla arricchito con una farcia a base di ricotta fresca di pecora, grano bollito, acqua di fiori d’arancio, spezie e scorze d’arancia candite.

La pastiera napoletana è il dolce che non manca mai sulle tavole di Pasqua. Non è particolarmente difficile da realizzare, ma, per ottenere un buon risultato, è necessario seguire scrupolosamente tutto il procedimento dall’inizio alla fine.

Il ragù classico napoletano

Il ragù napoletano è il piatto tipico della domenica, e richiede pazienza, dedizione e tanto tempo.

I tempi di cottura, così come la scelta degli ingredienti, lo differenziano sostanzialmente dagli altri ragù che si preparano nel resto d’Italia.

Per prepararlo si adopera la locena. ovvero la parte di carne di manzo ubicata fra la clavicola e la punta di petto. Viene tagliata a fette e poi arrotolata creando involtini ben legati con lo spago, farciti con formaggio, aglio, prezzemolo e uva passa.

Ma non è finita qua. Per un buon ragù napoletano servono anche altri due tipi di carne: la tracchiulelle, ovvero le costine, e la gallinella, cioè la sovracoscia di maiale.

Le costine e la sovracoscia non vengono macinate finemente, ma tagliate a pezzi abbastanza grandi a coltello, e devono cuocere assieme agli involtini e alla passata di pomodoro a fiamma molto bassa. Il tempo minimo di cottura è di almeno sei ore ma c’è chi lo lascia sobbollire anche per nove ore consecutive.

Il ragù, una volta pronto, viene adoperato per condire la pasta, mentre gli involtini verranno serviti come secondo piatto.

La parmigiana di melanzane

La parmigiana di melanzane è uno dei piatti più amati della cucina napoletana, anche se i calabresi e i siciliani ne rivendicano a gran voce la paternità.

Con i suoi irresistibili profumi, il suo gusto ricco e il suo aspetto invitante, mette sempre d’accordo tutti. È una ricetta tradizionale che viene spesso preparata per il pranzo domenicale da trascorrere in famiglia.

Da tanti considerata un piatto unico, è particolarmente sostanziosa ed elaborata.

La parmigiana, per quanto succulenta possa essere, si prepara con pochi e semplici ingredienti. Basta avere a disposizione delle melanzane, formaggio grattugiato, mozzarella e salsa di pomodoro.

La ricetta classica prevede di friggere le fette di melanzane prima di metterle a strati alternati nella teglia assieme al pomodoro, alla mozzarella e al formaggio grattugiato.

Il casatiello napoletano e la tradizione pasquale

Se in molte città italiane sulla tavola di Pasqua si trovano la colomba, l’agnello e l’uovo di cioccolato, a Napoli e dintorni non manca mai il casatiello, che con la sua forma caratteristica rappresenta la corona di spine di Cristo.

È un rustico salato che si prepara tradizionalmente il Sabato Santo e si consuma il giorno di Pasqua e a Pasquetta.

L’impasto ha una consistenza simile a quella del pane, ma viene insaporito con lo strutto e arricchito con salame napoletano tagliato a tocchetti e un’abbondante dadolata di provolone.

Non è di per sé una specialità gastronomica poco calorica, e viene accompagnato in tavola con fave fresche, ricotta salata e soppressata. La caratteristica inconfondibile del casatiello sono le uova fresche con tanto di guscio ingabbiate sulla superficie dell’impasto, che i bambini fanno a gara per avere.

Le zucchine alla scapece partenopee

Le zucchine alla scapece sono un contorno tipico della cucina napoletana.

Le zucchine vengono prima tagliate a rondelle non troppo spesse, poi fatte marinare con abbondante aceto dopo averle fritte.

Per insaporire le zucchine si aggiungono alla marinatura delle foglioline di menta fresca sminuzzate con le mani e qualche spicchio d’aglio triturato.

È un piatto molto semplice, e il suo nome sembra derivi dalla parola spagnola escabeche, che significa per l’appunto “marinatura con aceto bianco”. La marinatura era un processo adoperato per conservare più a lungo ingredienti facilmente deperibili come il pesce, la carne e anche le verdure.

Le zucchine alla scapece vengono servite spesso assieme a piatti a base di pesce come per esempio gli involtini di spada.

Pasta, patate e provola

Pasta, patate e provola è un piatto molto amato dai napoletani.

Alla base della preparazione c’è un soffritto di cipolla triturata finemente e pancetta. Si aggiungono le patate gialle farinose tagliate a cubetti, una manciata di pomodorini e del basilico fresco che aggiunge una nota aromatica e un tocco di colore alla preparazione.

Quando le patate iniziano ad ammorbidirsi, si aggiunge la pasta a formato misto appena cotta, e si manteca con abbondante parmigiano grattugiato, provola tagliata a dadini e un mestolo di acqua di cottura della pasta.

La consistenza di questa specialità è assai brodosa, e rilascia nell’aria un’aroma irresistibile per chi ama la buona tavola. Pasta, patate e provola è un piatto ricco ma semplice, che racchiude in sé tutta la tradizione partenopea contadina.

I piatti tipici della cucina Napoletana: anche loro valgono il viaggio

I piatti tipici della cucina napoletana sono ricchi di sapori diversi, che nascono dalle contaminazioni, che nel corso dei secoli hanno influenzato il modo di cucinare e mangiare locale.

I piatti variano da quelli più poveri a piatti particolarmente ricchi e saporiti, che vengono tradizionalmente preparati per i giorni di festa più importanti, come Pasqua e Natale. Non si può dire di essere stati veramente a Napoli, e di averla conosciuta in lungo e in largo, se non ci si è seduti a tavola e si è fatto un viaggio attraverso la sua generosa gastronomia locale, caratterizzata da sapori decisi e profumi penetranti.