Di Covid si muore di più in Italia che nei Paesi più poveri del pianeta

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Federico Rampini sull’edizione online del Corriere della Sera titola: “Covid, sorpresa in Africa: la strage non è mai avvenuta“. Secondo l’editorialista “i dati parlano chiaro: mortalità ridotta nonostante la scarsa diffusione dei vaccini. La protezione offerta dalla giovane età media è una certezza, forse ha contribuito l’esposizione la malaria”.

Rampini critica apertamente i catastrofisti che avevano previsto “l’ecatombe da Covid nell’Africa subsahariana” che “non è mai cominciata e forse non accadrà mai. Di Covid si muore di più in Italia che nei Paesi più poveri del pianeta, benché il loro accesso ai vaccini sia scandalosamente basso” osserva il giornalista del Corriere della Sera.

Federico Rampini “tira le orecchie” ai media italiani: “È una buona notizia che non andrebbe nascosta. E non valgono sotterfugi per minimizzarla. Fanno testo le statistiche raccolte nella banca dati Our World in Data. In Italia — che purtroppo si colloca nella fascia alta della media occidentale — la pandemia ha provocato 229 morti ogni centomila abitanti, in Uganda sette decessi su centomila persone, in Nigeria due. La rassegna dei Paesi africani riserva la stessa piacevole scoperta, la mortalità varia dai 15 decessi su centomila abitanti in Gambia e Gabon, ai due del Burkina Faso. In mezzo a questi elenchi si celano molte tra le nazioni più povere del pianeta. Alle quali siamo soliti rivolgere un’attenzione tanto compassionevole quanto ideologica, distratta e stereotipata”.

In un’analisi puntuale e precisa Rampini invita a guardare al di là del proprio naso e a mettere fine ad un pensiero unico, ormai superato da tempo di fronte ad una globalizzazione voluta ed osannata, ma mai nei fatti riconosciuta dagli occidentali. “Lo scarso accesso ai vaccini non è stato così letale come si temeva. Di fronte ai dati sulla bassa mortalità, molti occidentali storcono il naso – osserva -: poiché la realtà non coincide con i nostri pregiudizi, allora le statistiche devono essere false. È plausibile che i Paesi più arretrati siano meno efficienti di noi nel censire i decessi da Covid. C’è però un sistema collaudato per aggirare questa lacuna, è la misurazione delle ‘morti in eccesso’ a cui ricorre The Economist. Lo scarto dalla media dei decessi annui, tra il 2020-2021 e l’era pre-Covid, ci dà indicazioni attendibili e sicure. Questa misurazione ineccepibile conferma che la strage africana non è mai avvenuta, anzi la pandemia è stata più benigna a Sud del Sahara. La spiegazione sta nell’età media di quelle popolazioni: è di 20 anni, contro i 43 dell’Unione europea. La prorompente vitalità demografica, che abbiamo spesso considerato come una delle piaghe africane, in questo caso rivela un rovescio positivo”.