Misure covid ammazza turismo. Roma non si può permettere 8 mila licenziamenti: la giunta dem chiede soccorso a Draghi

Roberto Gualtieri ph profilo fb

L’Italia muore lentamente. Altro che ripresa. La gestione della pandemia a colpi di chiusure, restrizioni e terrore, ha affondato la già fragile economia italiana colpendo soprattutto le città d’arte e il turismo. Roma sta soffrendo più di tutte la diminuzione del turismo. A denunciare quanto accade sono proprio gli esponenti del Pd, gli stessi che continuano a prendere misure repressive. “E’ emergenza” denuncia Alessandro Onorato, assessore al Turismo di Roma, chiedendo un intervento di Draghi. “Serve subito un consiglio comunale straordinario con il ministro del Turismo Garavaglia e quello del Lavoro Orlando”, ha affermato.

Per l’esponente della giunta Gualtieri “Roma è quella che paga il prezzo più alto. Gli alberghi romani chiusi temporaneamente da marzo 2020 sono 350, alcuni rischiano di non riaprire e sono migliaia i lavoratori che potrebbero perdere definitivamente il lavoro”. A suo avviso dunque “c’è bisogno di un intervento straordinario del governo Draghi. Ci appelliamo alla sensibilità del premier. Roma da sola non ce la può fare“.

L’assessore alla Scuola, Lavoro e Formazione di Roma Capitale, Claudia Pratelli afferma che “Roma non si può permettere 8 mila licenziamenti. Questi i numeri cui la Capitale rischia di andare incontro, secondo le stime dall’ente bilaterale Turismo per i prossimi mesi, a fronte della pesante crisi in atto. Nella Capitale il settore turistico è in piena emergenza. Alcuni tra i più grandi alberghi hanno aperto procedure di licenziamento collettivo e decine di altri di medie e piccole dimensioni si stanno già muovendo nella stessa direzione: il rischio di licenziamenti collettivi o individuali plurimi del personale si fa concreto e molto preoccupante”, ha denunciato Pratelli.