Regolamento 1169. Lo abbiamo chiesto all’azienda Etik90 di Piacenza

In materia di etichettatura degli alimenti è necessario seguire delle precise e rigorose disposizioni normative. In particolare, il Regolamento Europeo n. 1169 del 2011 prescrive tutta una serie di indicazioni che riguardano le sostanze che provocano allergie e intolleranze.

L’azienda Etik90, con sede a Piacenza e specializzata nella creazione di stampe adesive ed etichette personalizzate, ci spiega tutto quello che bisogna sapere sull’argomento.

Perché è importante il Regolamento Europeo n. 1169 del 2011 e cosa prescrive?

Chi opera nel settore alimentare è tenuto ad informare il consumatore finale con riferimento a quelle sostanze che possono provocare intolleranze o allergie. Le modalità di comunicazione sono varie e riguardano soprattutto l’etichettatura. Il Regolamento UE 1169/2011, in particolare, elenca le 14 sostanze che vengono considerate allergeni e che quindi devono essere comunicate in modo corretto.

Arachidi, latte, crostacei, senape, sesamo, molluschi, uova, pesce, frutta con guscio e derivati e cereali che contengono glutine sono alcune di queste sostanze. In realtà esistono tanti altri cibi che possono provocare allergie, ma il Regolamento non chiede che vengano comunicate. Si tratta di una scelta strettamente politica. Basti pensare, ad esempio, che negli USA le sostanze che devono essere contrassegnate nell’etichetta sono solo 8.

Come devono essere etichettati in modo corretto i cibi per evitare sanzioni?

Tutto dipende dalla tipologia di prodotto che viene messa in commercio. In linea generale devono essere etichettati gli alimenti venduti o somministrati nelle confezioni originali, quelli sfusi e somministrati.

I primi, come ad esempio un pacco di biscotti o una bottiglia di vino, devono riportare la lista degli allergeni sull’etichetta adottando un carattere in grassetto o corsivo, in modo che possano essere differenziati dagli altri ingredienti. In questa maniera il consumatore finale potrà compiere una scelta d’acquisto ponderata.

I cibi sfusi, come gastronomia e prodotti da forno, dovranno essere identificati con un’apposita etichetta che l’operatore metterà a disposizione dei clienti. Ogni prodotto, pertanto, avrà una scheda informativa che elenca gli allergeni, oltre che le modalità di conservazione. Spesso si verifica che accanto al banco dei salumi e dei formaggi viene posizionata una lista cartacea con le indicazioni utili che i clienti potranno consultare. Nella grande distribuzione, invece, non mancano anche terminali che riportano il codice prodotto con tutte le relative caratteristiche, fra quelle sulla preparazione domestica.

In caso di alimenti somministrati, destinati al consumo nella struttura, come avviene all’interno dei ristoranti, pub, pizzerie e altri luoghi di ristorazione, gli allergeni vengono scritti in appositi registri o menù messi a disposizione della clientela. In ogni caso il personale addetto alla preparazione delle pietanze deve essere adeguatamente formato sul rischio allergeni.

Come deve essere un’etichetta alimentare a norma?

Per prima cosa bisogna considerare che l’etichetta rappresenta una vera e propria carta d’identità del cibo che compriamo, grazie alla quale si possono conoscere alcune caratteristiche e particolarità del prodotto in questione. Una corretta lettura dell’etichetta permette quindi di fare acquisti adatti alle specifiche esigenze. In ogni caso le informazioni, nel rispetto del Regolamento Europeo, devono essere chiare, leggibili e non ingannevoli.

A questo riguardo dovrà riportare delle informazioni obbligatorie, come ad esempio gli ingredienti, la quantità netta, le informazioni sul produttore, quelle sulla conservazione e del luogo di origine. L’etichetta contiene inoltre la dichiarazione nutrizionale e altre eventuali diciture, quali il numero verde per l’assistenza ai consumatori. Non dovrà poi mancare la denominazione del prodotto, quindi il nome con il quale viene identificato. Sul punto si precisa che per poter validamente impiegare alcune denominazioni l’alimento dovrà soddisfare precisi requisiti e anche in questo caso bisogna far riferimento a specifiche normative.

Come vengono specificati gli ingredienti sull’etichetta?

Si dovrà utilizzare l’ordine decrescente in base al peso. Saranno anche riportati gli ingredienti compositi con tutte le specifiche riportate fra parentesi. Proprio in questa sezione sarà possibile per il consumatore identificare la presenza o meno degli allergeni. Verrà infatti usato un carattere apposito, diverso per dimensioni, stile e colore, rispetto al resto del testo. Quando invece l’alimento è mono-ingrediente si adotta la dicitura “Contiene…”.

Cosa vuol dire la dicitura “Può contenere tracce di…”?

Questa espressione compare spesso alla fine della lista e non riguarda direttamente gli allergeni, ma alcuni ingredienti che possono essere stati potenzialmente contaminati durante la fase della produzione.

Si pensi al caso di un barretta di cioccolato che viene prodotta all’interno di uno stabilimento in cui si lavora anche la frutta a guscio. Anche se quest’ultimi non compaiono nella lista degli ingredienti, il produttore può comunque non garantire l’assenza al 100%, per cui è tenuto a salvaguardare i consumatori, specialmente quelli che soffrono di allergie alimentari.

Quali altre indicazioni deve riportare l’etichetta?

Sicuramente quelle che riguardano la durabilità dell’alimento. La frase “da consumarsi preferibilmente entro il…” vuol dire che il cibo oltre quella data non andrà a male, ma potrebbe perdere in appetibilità. Diverso è il caso della dicitura “Da consumarsi entro il…” che normalmente viene riportata su alimenti maggiormente deperibili e stabilisce la data da non superare per evitare rischi alla salute.

Accanto alla date vengono poi riportare le informazioni che riguardano la modalità di conservazione. Se si tratta poi di bibite alcoliche sarà poi indicato anche il grado volumico, almeno quando supera l’1,2%.

Quale finalità ha il Regolamento Europeo 1169?

La tutela della salute del consumatore è la finalità perseguita a livello europeo. Una maggiore chiarezza delle informazioni che vengono fornite a discrezione da parte dei produttori può essere poi indice di ulteriore trasparenza e qualità. Ecco perché in molti casi l’etichetta riporta anche l’origine delle materie prime. Le indicazioni aggiuntive, in ogni caso, si possono riportare solo quando non ingannevoli, veritiere e basate su evidenti dati scientifici.

Come è facile intuire la realizzazione di un’etichetta alimentare a norma richiede massima competenza e attenzione, per evitare che il produttore possa essere sanzionato. Per questo è importante affidarsi a partner esperti in materia, in grado di garantire il rispetto della normativa, senza rinunciare ad un confezionamento accattivante e gradevole anche dal punto di vista strettamente estetico.