Noragugume. Ucciso Gigi Cherchi: si riapre una profonda ferita

omicidio

Nel Nuorese le lancette dell’orologio sembrano tornate indietro di 20 anni a Noragugume. Nelle campagne del paese, poco meno di 300 anime, è stato trovato morto Gigi Cherchi. L’allevatore di 67 anni è fratello di Giuseppe e Salvatore, ammazzati nel 1998, all’inizio di una scia di sangue durata sino al 2000.

Un altro fratello, Giulio Cherchi, è morto in carcere dopo una condanna all’ergastolo, sempre nell’ambito della faida esplosa fra due fazioni in paese, un odio iniziato da piccoli dissapori e culminato in vendette incrociate maturate in ambito pastorale e delle corse dei cavalli. Nel 1998 i Cherchi, famiglia numerosa, avevano un’azienda in cui allevavano cavalli di razza anglo-arabo-sarda.

Gigi Cherchi è stato ucciso a colpi di fucile in un agguato. Il suo corpo era riverso davanti al cancello della stalla dove l’allevatore custodiva qualche cavallo e alcune vacche. Le indagini dei Carabinieri del comando provinciale di Nuoro sono coordinate dalla procura di Oristano che ha imposto il riserbo.

Gli inquirenti non escludono alcuna pista. Troppo presto per parlare di ripresa della faida. A Noragugume tutti sperano che non si torni ai tempi della faida. Un fucile è stato trovato a poco distanza dal luogo del delitto. L’arma è sotto esame. I Carabinieri della compagnia di Ottana hanno compiuto alcuni controlli a Noragugume.

Il 12 giugno del 1998, agli albori della faida, nel paese al confine con la provincia di Oristano fu ucciso Giuseppe Cherchi, 58 anni, dentro il suo bar. Gli spararono con un fucile calibro 12 caricato a pallettoni. Una telefonata anonima avvertì i Carabinieri della caserma di Dualchi, paese vicino. La vendetta fu il movente da subito ipotizzato dagli inquirenti. Il fratello Salvatore, 62 anni, morì due mesi dopo, l’11 agosto 1998, in circostanze simili a quelle in cui ieri è stato ucciso Gigi Cherchi. Il suo assassino l’aveva atteso in una cava alla periferia di Noragugume per sparargli mentre Salvatore rientrava a casa in auto. Il corpo fu scoperto sui sedili dell’auto, quando ormai l’assassino era lontano.

Giulio Cherchi, il fratello morto in carcere, si era dato alla latitanza per 6 anni, dopo la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Francesco Corda, 38 anni, commesso il 26 agosto del 1998. Era stato catturato nel 2009, dopo che il suo nome era stato inserito nell’elenco dei 100 latitanti più ricercati d’Italia. Per la giustizia la faida di Noragugume (almeno 7 omicidi che avevano insanguinato i paese tra il 1998 e il 2000), più 2 tentati omicidi – si era conclusa nel 2003 con 4 ergastoli, 2 condanne a due anni e mezzo e 3 assoluzioni.

La catena di vendette era iniziata per interessi legati al possesso di terreni e all’attività agropastorale. Popo l’uccisione di Francesco Corda, il 14 ottobre 1998, delitto attribuito a Giulio Cherchi, toccò al padre Tommaso Maria Corda, 74 anni. L’anziano allevatore stava rientrando a casa quando venne raggiunto da alcuni colpi di fucile a pallettoni sparati da distanza ravvicinata. Trascorso un anno di tregua, l’8 agosto 1999, arrivò la quinta vittima, Aldo Spada, 28 anni, fratello dell’allora sindaco di Noragugume. Il giovane venne ucciso nella campagne tra Dualchi e Noragugume. Il 27 novembre 1999 venne ucciso Tonino Pinna, 33 anni, raggiunto dai killer sotto l’abitazione della fidanzata Antonella Nieddu. Un mese dopo, il 27 dicembre, l’ultimo delitto della faida. Antonio Nieddu, 32 anni, cadde in un agguato nelle campagne del paese mentre il fratello Giuseppe Maria rimase ferito.

Il 27 febbraio del 2000 vennero arrestati a Parma Luca Michele Falchi, all’epoca 27 anni, di Oristano, ma residente a Noragugume, e i fratelli Giovanni Franco e Maria Giuseppa Pinna, all’epoca di 36 e 25 anni, entrambi di Noragugume, e ad Orgosolo (Nuoro) Bruno Acquas 28 anni, anch’egli di Noragugume, accusati di essere mandanti ed esecutori di due omicidi (quelli di Aldo Spada e Antonio Nieddu) e di un tentato omicidio (quello di Giuseppe Maria Nieddu, fratello di Antonio).