La videocapsula come alternativa alla colonscopia

Il Servizio sanitario britannico (National Health Service) ha promosso un programma di testing con videocapsule endoscopiche. È sufficiente ingerire una pillola per eseguire un’endoscopia, ed evidenziare così segni di tumori o altre malattie gastro-intestinali.

Il progetto riguarda oltre 11 mila pazienti in Inghilterra e prevede l’impiego di una pillola dotata di telecamera. Una volta ingerita, passando mediante il canale digerente, la pillola scatta delle immagini, intercettando la presenza di eventuali anomalie. L’esame nel complesso dura qualche ora, può essere fatto a casa. I dati acquisiti dalla capsula sono inviati a un hard disc che il paziente porta indosso. Il tutto senza bisogno di rimanere presso una struttura sanitaria, alleggerendo così il sistema sanitario. “Una strategia simile potenzialmente può fare un’enorme differenza per le persone con sintomi di tumori intestinali e potrebbe aiutare il sistema sanitario a stabilire le priorità per quelli che hanno bisogno di test ulteriori”, dichiara Genevieve Edwards, Chief Executive di Bowel Cancer UK.

L’idea della pillola endoscopica, una capsula grande più o meno come un grosso antibiotico, ha almeno 20 anni. Più innovativa in generale è l’applicazione della videocapsula su così larga scala, accelerata dalla pandemia. Delle promesse della videocapsula come strumento per snellire la domanda di colonscopie si parla infatti da tempo. Il vero limite attuale all’utilizzo diffuso della videocapsula è rappresentato dai costi elevati”. La sua assenza di invasività, unita alla sicurezza ne fanno una buona alternativa alla diagnosi con colonscopia, specie per alcuni pazienti.