I desiderata degli italiani in termini dell’abitare sono cambiati: addio al monolocale

Finisce in panchina il monolocale. Il covid ha cambiato i desiderata degli italiani in termini dell’abitare. Il confinamento infatti ha fatto riscoprire le soluzioni abitative con grandi spazi, gli ambienti esterni, i giardini, i condomini con i servizi condivisi.

La famiglia italiana cerca abitazioni più grandi. C’è chi ristruttura per ricavare almeno una stanza in più da usare per lo smart working e la dad dei figli. È nato anche il South working. Si torna al Sud Italia, vicino alle famiglie di origine, per vivere un minor costo della vita e in molti casi ad abitazioni di proprietà già dotate di buone dimensioni.

Il monolocale per ora finisce nelle retrovie, rimane sfitto o invenduto. Le ricerche si sono subito dirette verso abitazioni più grandi, con spazi verdi o balconi e terrazzi. Gli studenti latitano dalle grandi città e anche loro, alla riapertura delle Università, si rivolgeranno al concetto dello sharing e della condivisione, perché forse mai come durante il Covid la solitudine ha fatto paura. Il blocco del turismo si è abbattuto sui monolocali e sui piccoli appartamenti da affittare per le vacanze come una mannaia e gli sfitti di questa tipologia sono alti.

Nelle grandi città è in atto lo spostamento verso le maggiori dimensioni delle case. Il trilocale è la tipologia più richiesta e rappresenta ben il 40,5% della domanda, seguito dal quadrilocale che raccoglie il 24% delle preferenze e dal bilocale con il 23,1% delle scelte. Al monolocale vanno solo il 3,8% delle richieste nelle grandi città. Secondo gli addetti ai lavori ci saranno accomodamenti, ma il cambiamento culturale nei confronti dei piccoli spazi non cambierà.