Ritratti d’oro e d’argento: l’arte preziosa dei busti reliquiario in mostra al Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta

Aperta negli spazi del Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta la mostra dal titolo Ritratti d’oro e d’argento. Reliquiari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia. L’esposizione nasce da un’iniziativa condivisa con i musei facenti parte della rete internazionale Art Médiéval dans les Alpes, creata nel 2001, che lavora su progetti riguardanti il patrimonio artistico alpino, tanto sul fronte piemontese e valdostano che su quello francese (Savoia) e svizzero (Vaud e Valais), con riferimento, quindi, ai confini storici del Ducato di Savoia.

Le istituzioni e i musei coinvolti nel progetto sono: Aosta, Museo del Tesoro della Cattedrale e Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d’Aosta; Torino, Museo Civico d’Arte antica-Palazzo Madama; Susa, Museo Diocesano d’Arte Sacra; Annecy, Musée – Château; Chambéry, Musée Savoisien; Bourg-en-Bresse, Musée Monastère royal de Brou; Ginevra, Musée d’Art et d’Histoire; Sion, Musée d’histoire du Valais.

Sul versante italiano, il progetto espositivo si articola su due sedi, in emblematico e reciproco dialogo, il Museo Civico d’Arte antica-Palazzo Madama, a Torino (dal 5 febbraio al 12 luglio 2021), e il Museo del Tesoro della Cattedrale, ad Aosta.

Nel capoluogo valdostano, l’esposizione, sostenuta anche dal Rotary Club di Aosta, sarà visitabile fino al 2 giugno 2021 e consentirà di ammirare i preziosi busti quattrocenteschi del Tesoro della Cattedrale di Aosta. Questi straordinari manufatti sono messi a confronto non solo con un’importante serie di reliquiari di analoga tipologia provenienti da alcune chiese della nostra regione, in particolare dalla collegiata dei Santi Pietro e Orso di Aosta e dalle parrocchiali di Antagnod, Champorcher, Charvensod, Gaby, Saint-Germain, Saint-Denis e Verrès, ma anche con due esemplari d’eccezione prestati per l’occasione da importanti istituzioni religiose elvetiche: il busto duecentesco di San Bernardo di Aosta dell’Ospizio del Colle del Gran San Bernardo e quello di San Vittore, databile al 1418 circa, del museo dell’Abbazia di Saint-Maurice d’Agaune.

L’evento culturale, proprio perché sviluppato in parallelo e in stretta collaborazione con quello ospitato nel Museo di Palazzo Madama di Torino, oltre a evidenziare l’unicità dei percorsi artistici in area alpina nel corso dei secoli, è frutto di un grande sforzo organizzativo, oltre che economico, operato in questa difficile congiuntura, e perseguito con un impegno corale per valorizzare e far conoscere una parte ancora poco nota del nostro patrimonio culturale. La mostra ha infatti rappresentato l’occasione di importanti approfondimenti nelle ricerche e negli studi restituiti nel ricco catalogo, a cura di Simonetta Castronovo e Viviana Maria Vallet, unico per le due sedi espositive. In particolare, uno dei temi affrontati è quello dell’uso della policromia sull’argento, a vantaggio di un maggior naturalismo, reso possibile dalla sapiente padronanza di due arti diverse, l’oreficeria e la pittura, affidata alla responsabilità di maestri operanti in collaborazione. Tale peculiarità è ben evidenziata proprio nell’esposizione aostana in quanto accomuna i pregiati busti del tesoro della Cattedrale a quelli elvetici, per la prima volta visibili tutti insieme a confronto.

Fondamentale nello studio delle opere è stata l’attività di valorizzazione che ha accompagnato la mostra aostana: le opere esposte sono state infatti oggetto di importanti restauri programmati allo scopo e condotti sotto la direzione scientifica della Soprintendenza regionale. Tali interventi sono stati resi possibili dal cofinanziamento da parte di più enti e associazioni. In particolare, i due pregiati busti della Cattedrale di Aosta, raffiguranti San Grato e San Giocondo, e la testa reliquiario di San Giovanni Battista sono stati restaurati grazie ai fondi 8×1000 che la Conferenza Episcopale Italiana destina ogni anno alla valorizzazione delle opere d’arte dei musei di interesse diocesano. L’Amministrazione regionale ha invece sostenuto gli interventi di restauro dei busti di Antagnod, Champorcher, Charvensod, Gaby, Saint-Denis e Verrès. I restauri del busto di Saint-Germain e della tavola dipinta dell’inizio del Cinquecento, esposta in mostra come testimonianza figurativa utile alla comprensione dell’uso dei reliquiari in epoca medievale, sono stati finanziati dal Fondo Rotariano di Solidarietà del Rotary Club di Aosta, che interviene con cadenza quinquennale e che ha anche provveduto all’acquisto di una grande teca espositiva, destinata dopo la mostra a valorizzare altre opere della collezione museale, ora in deposito.

Il percorso si snoda negli spazi del deambulatorio della cattedrale, sede del museo del Tesoro, e nella suggestiva sagrestia monumentale, dove accanto agli apparati didattici sarà possibile fruire di un video multimediale che illustra nel dettaglio le delicate operazioni di restauro eseguite sul busto di san Grato e sulla testa di san Giovanni Battista.

L’esposizione consente quindi di riscoprire un’arte preziosa, quella dei busti reliquiario, in tutti i suoi molteplici quanto affascinanti significati: dall’importanza delle reliquie custodite alla preziosità dei materiali e alla raffinatezza tecnica, dal forte impatto emotivo e devozionale al prestigio derivante dall’alto rango della committenza.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare l’Ufficio Patrimonio storico-artistico del Dipartimento Soprintendenza per i beni e le attività culturali ai numeri: 0165-274327, 0165-274346.