Meno tempo sociale, meno luoghi di aggregazione: come stiamo cambiando

La pandemia ha ristretto la socialità. Il tempo per l’altro si è ridotto, ridimensionato da coprifuoco sempre più stringenti. La socialità è stata “debellata” dai governanti. Il covid ha portato le persone a selezionare, rinunciando a chi nell’immaginario sentimentale non si trova in una posizione apicale.

Il covid non è eterno. Quando ritorneremo alle vecchie abitudini ci sarà chi di noi avrà deciso di continuare a dedicare il proprio tempo ai sentimenti più intensi e veri e chi non vedrà l’ora di tornare ad assaporare le emozioni più fatue, ma non per questo cattive.

La pandemia ha tracciato una linea invisibile. Dall’altra parte non abbiamo lasciato solo le persone, ma anche il contatto fisico come prima ci veniva concesso. In astinenza da contatto siamo privati della serotonina (l’ormone della felicità) che può produrre una carezza, dell’ossitocina (l’ormone dell’amore) caratteristico dell’attività sessuale che facilità il consolidamento dei legami. Si alzano i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.

Non è solo l’abbraccio. Abbiamo perso il conforto di una pacca sulla spalla, il ghiaccio rotto da una stretta di mano, la dolcezza data da una carezza. Persino in chiesa, il segno della pace non passa più per il contatto. La mano si ferma sul petto e un piccolo inchino sostituisce la stretta. Un’abitudine nuova, tra le tante inserite nella famigerata nuova normalità.

Le mascherine impediscono le interazioni con l’altro. Nascondi la bocca, togli il contatto, restano gli occhi. Il dispositivo di protezione è diventato cornice dello sguardo, lo esalta, permettendo all’interlocutore di concentrarsi su quel che vuole comunicare. Gratitudine, commozione, solidarietà, empatia, contraddizione. Tutto passa attraverso gli occhi, che sfuggono, cercano, si alzano al cielo, si soffermano per permettere all’altro di leggerli. Quando smetteremo di indossare le mascherine, i più attenti di noi avranno aggiunto un elemento fondamentale di comunicazione delle nostre emozioni, che smettono di essere assordate da tutti i segnali trasmessi dal corpo.