Italia, un Paese di risparmiatori: neanche il Covid-19 cambia le abitudini

La metafora delle formiche suona ormai antica, seppur rimanga la migliore per delineare il quadro della situazione: gli italiani sono dei grandi risparmiatori, tra i più attenti in Europa a mettere da parte una percentuale dello stipendio ogni mese.

A mancare, in caso, è l’ottimismo per il futuro: in pochi credono nella pensione, con le previsioni che non fanno ben sperare. Lì dove non arriva lo Stato, però, ecco la lungimiranza del singolo: negli ultimi anni, la strada più battuta è diventata quella della polizza vita e dei fondi di risparmio, soluzioni perfette per un futuro tranquillo anche in caso di eventi poco piacevoli.

Secondo quanto emerge dalla settima edizione dell’European Payment Consumer Report (Ecpr) – lo studio sulle abitudini europee basato sulle risposte di oltre 24mila consumatori di 24 Paesi differenti – di Intrum, ben l’83% degli italiani dichiara di riuscire a risparmiare parte del salario mensile, con la media europea che si attesta invece sul 76%.

I motivi del risparmio? Tanti e variegati:

  • L’81% ha citato le spese impreviste (relative anche alla salute);
  • Il 48% i consumi e le spese di routine come le bollette;
  • Il 42% il futuro dei figli e dei nipoti;
  • Il 36% i viaggi;
  • Il 36% ha motivato la scelta per “il caso in cui dovessi perdere il lavoro”;

La pensione rimane il nodo da sciogliere: già nel 2019, il 40% degli italiani non credeva che potesse soddisfarlo in futuro, nonostante l’impegno sul posto di lavoro.

Risparmio e Covid: difficoltà sì, ma rimane il trend positivo

Rispetto ai dati dell’anno precedente, si registra un calo importante su molte delle metriche considerate nel report: quasi la metà dei consumatori (47%) ha affermato di esser stato profondamente colpito dalla pandemia da Coronavirus nel 2020, con la preoccupazione più grande che ha riguardato il pagamento delle bollette e le difficoltà a far fronte alle diverse scadenze finanziarie della famiglia.

Le difficoltà domestiche e un quadro di generale complessità economica, però, non hanno mutato le abitudini degli italiani che, oltre che resilienti, si sono dimostrati caparbi nel risparmiare: in Europa, il nostro Paese rimane tra i più bravi nella gestione delle spese e della pianificazione del denaro.

Anche i dati di Bankitalia confermano il trend positivo: nel 2020, la liquidità sui conti correnti italiani è cresciuta di 32 miliardi e i depositi hanno sfondati i 1800 miliardi di euro.

In questo, il sesso forte è quello femminile: l’86% delle donne ha ammesso di riuscire a risparmiare, seppur in proporzioni variabili, una percentuale dello stipendio mensile lì dove la quota di risparmio maschile si ferma al 79%.

Educazione finanziaria: c’è ancora tanta strada da fare

Il dato più preoccupante riguarda l’alfabetizzazione finanziaria, con il nostro Paese capace di fare ancora peggio del 16esimo posto (su 24) del 2019. Ad oggi, siamo ultimi in questa speciale classifica, a fronte di un 40% dei consumatori che ha affermato di non aver ricevuto una formazione finanziaria adeguata a gestire il denaro.

Secondo il report, infatti:

  • Il 51% degli italiani si informa autonomamente navigando su Internet;
  • Il 36% riceve qualche sporadica lezione a scuola;
  • Il 34% chiede notizie alla propria banca;
  • Il 28% ne parla in casa coi genitori (nel 2019 il dato era del 53%);
  • Il 25% percepisce qualche dettaglio utile dai media (digitali e non).