Annata agraria lombarda 2021, Confai: lontani i segnali di ripresa

“Le anticipazioni recentemente diffuse dalla Regione Lombardia circa i risultati dell’annata agraria 2020 mostrano un settore agricolo regionale con una maggiore tenuta rispetto al trend nazionale, ma desta gravi preoccupazioni il calo dei fatturati di una serie di comparti”: così si è espresso Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, commentando i dati sull’andamento del settore primario, frutto di un’analisi della Regione e di Unioncamere Lombardia.

Anche se nel complesso le perdite nella produzione lorda vendibile lombarda restano ben al di sotto del dato medio nazionale del – 6,1%, a preoccupare Confai è l’andamento di alcuni settore chiave dell’agricoltura lombarda, a partire dalle produzioni animali, che rappresentano quasi i due terzi del fatturato del settore. “Il valore globale delle filiere della carne e del latte ha registrato nel 2020 una perdita stimata tra il 4,8 e il 5,1% – osserva Bolis -, nonostante le quantità prodotte siano addirittura aumentate rispetto al 2019”.
Il caso delle produzioni animali è il segnale di uno stato di grande difficoltà delle imprese del mondo rurale, che hanno continuato a produrre e a sostenere la catena degli approvvigionamenti agroalimentari pur vedendosi azzerare progressivamente i profitti e dovendo registrare perdite sempre più consistenti.
Tra le attività con cali dei fatturati a doppia cifra rientrano senz’altro le cosiddette attività secondarie, legate alla filiera di trasformazione e vendita di prodotti tradizionali e all’agricoltura multifunzionale. Il comparto più colpito è stato quello agrituristico, con una contrazione pari a -22,1%.

Fedele riflesso di un panorama regionale tutt’altro che roseo, nonostante la resilienza delle imprese, è la situazione che si registra in Bergamasca. “Se è vero che le imprese agricole e agromeccaniche hanno continuato a lavorare anche nelle fasi più acute dell’emergenza sanitaria – ricorda il direttore di Confai Bergamo Enzo Cattaneo -, è altrettanto certo che il calo dei fatturati è stato accompagnato da una brusca frenata degli investimenti, che renderà ancora più lenta la ripresa nella maggior parte degli ambiti produttivi agricoli. Tra i segnali d’allarme vi è quello del calo di circa quattro punti percentuali del fatturato complessivo dei servizi di coltivazione in conto terzi. Considerando che le imprese agromeccaniche hanno addirittura intensificato la prestazione di servizi alle aziende agricole, se ne deduce un evidente stato di sofferenza nei pagamenti delle prestazioni effettuate, che a lungo andare potrebbe ripercuotersi significativamente sugli investimenti in nuove tecnologie da parte delle ditte contoterziste”.