Obesità in Africa: un problema da non sottovalutare

L’obesità in Africa è un problema sempre più diffuso. Troppo spesso si è pensato ad una malattia dei paesi più ricchi e industrializzati piuttosto che di quelli in via di sviluppo. Invece negli ultimi decenni nei paesi in via di sviluppo il numero di persone clinicamente obese (con un indice di massa corporea superiore a 30) o in sovrappeso è più che quadruplicato. I motivi sono connessi al cambiamento di alcune condizioni economiche e ad altri aspetti storici e culturali.

L’Economist rileva che prima della pandemia in Africa gli stipendi erano aumentati, portando molte persone a trasferirsi nelle città e a cambiare il proprio stile di vita. Sono persone che avevano migliorato la propria condizione, ma che erano in difficoltà, e spesso svolgevano lavori per i quali dovevano allontanarsi da casa e mangiare fuori tutti i giorni, come farebbe una persona benestante. La maggior parte di loro quindi era costretta a cercare cibi a basso costo, quasi sempre molto lavorati industrialmente e già pronti, come patatine, dolci e altre cose confezionate. Nelle città si è cominciato a conoscere il cibo spazzatura e ad abusarne. Al di là dell’obesità, in un continente come l’Africa questo costituisce già un grosso problema di per sé. Problemi di salute che in Europa potrebbero sembrare gestibili e trattabili, come diabete, ipertensione e disturbi cardiovascolari, sono poco conosciuti, hanno delle cure molto costose per i sistemi sanitari africani e negli ultimi anni sono stati la diretta causa di milioni di morti.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2014 il 7% della popolazione africana aveva il diabete, più del doppio rispetto al 1980. La forma più diffusa è il diabete di tipo 2, cioè quello causato dall’eccesso di peso e dall’inattività fisica. Il covid, molto pericoloso per le persone obese, ha reso questo problema ancora più urgente. A novembre l’OMS ha scoperto che quasi una morte su 5 per Covid-19 in Africa era legata alla presenza del diabete. Il problema fondamentale è più che altro la scarsa conoscenza e terapia del diabete, che non viene diagnosticato in 6 persone su 10. In generale i fattori alla base dell’obesità in Africa sono molti e spesso compresenti. Tra i principali c’è la scarsissima educazione alimentare, ma in molte città c’è anche la mancanza di marciapiedi, che costringe le persone a spostarsi con gli autobus per andare nei luoghi di lavoro (dove poi mangiano male) e a non fare attività fisica.

C’è poi un fondamentale problema culturale, per il quale in paesi che hanno convissuto a lungo con la povertà e con la fame essere sovrappeso è un sintomo di benessere. Per gli uomini è sintomo di successo, per le donne di bellezza. Spesso le madri danno ai bambini piccoli bevande gassate e succhi zuccherati insieme al latte materno, o biscotti, patatine e cibi convenienti. Nell’Africa subsahariana, una buona nutrizione con frutta, latte e carne costa il 70% dei guadagni medi di una persona. Questo è stato particolarmente evidente in un paese a reddito medio come il Sudafrica, dove a differenza dei paesi più ricchi l’obesità riguarda più le donne (il 40%) che gli uomini (il 15%). Esclusi alcuni paesi ancora poverissimi, altri stanno andando nella stessa direzione del Sudafrica, per esempio lo Zambia. L’Economist ha raccontato che nei villaggi di Monze, in Zambia, gli agricoltori sono abituati a vendere i legumi e le verdure che coltivano e poi a comprare a prezzi più convenienti cibo spazzatura. Per questo il World Food Programme delle Nazioni Unite sta organizzando in quella zona degli incontri in cui viene spiegato alle donne locali come cucinare quello che hanno, senza doversi procurare cibi già trasformati nei negozi.

La crescita dell’obesità degli ultimi decenni non deve far pensare che la denutrizione e la fame siano finite. Spesso negli stessi villaggi, o nelle stesse famiglie, convivono bambini con problemi opposti di denutrizione e obesità. Tra i giovani africani tra i 5 e i 19 anni molti sono sottopeso, tra i maschi quasi uno su tre e una su cinque tra le femmine.