Fratelli di silenzio. La storia di Antonio Magarotto di Alessandra Marras, Armando Delfini, Giuseppe Maggiore e Valerio Paolucci

Fratelli di silenzio. La storia di Antonio Magarotto di Alessandra Marras, Armando Delfini, Giuseppe Maggiore e Valerio Paolucci è una graphic novel che racconta l’intensa vita e i grandi traguardi di un uomo eccezionale, il cui valore è incommensurabile quando si viene a conoscenza del suo altruismo e della sua dedizione alle cause dei sordi. Antonio Magarotto oggi è ricordato come il “Papà dei sordi italiani” e per essere il fondatore dell’Ente Nazionale Sordi (ENS), ma è giusto conoscere anche il suo duro percorso fatto di piccoli ma costanti passi per affermare i diritti umani, civili e sociali delle persone sorde. È una vicenda molto accurata dal punto di vista storiografico, che ha origine nell’ultimo decennio dell’Ottocento e si conclude con la morte di Magarotto nel 1966, e nel mezzo si possono trovare anni di impegno, di fatica, di vittorie e anche di sconfitte. Nell’opera si alternano mediante flashback e flashforward il racconto dell’infanzia e della crescita di Antonio con la narrazione dei suoi ultimi anni, segnati da importanti onorificenze e dall’insegnamento: egli ha infatti fondato diverse scuole per sordi e insegnava attivamente a Roma e Padova, tutto per aiutare i suoi fratelli di silenzio a trovare la propria strada.

Egli è riuscito dove altri hanno fallito: ha creato aggregazione dove c’erano dissapori, e ha unito tutti sotto la bandiera di un movimento silenzioso che ha davvero fatto la differenza. L’opera è un documento prezioso di divulgazione sociale, politica e storica, oltre ad essere la testimonianza viva dell’esistenza di un uomo che non si è mai voluto sentire dire: «Non si può fare». Magarotto ha infatti abbattuto tante barriere, anche quando tutto gli andava contro, e ha reso manifesta una categoria invisibile i cui diritti non venivano riconosciuti. Gli autori ci conducono nelle numerose lotte di Antonio, come quella per far abolire l’ingiusto articolo 340 del Codice Civile del Regno d’Italia che dichiarava i sordi inabili e incapaci di autodeterminarsi. Egli invece contro ogni previsione delle menti limitate trova presto una professione, ma alla vista di tanti sordi senza un lavoro, poveri e abbandonati dalle istituzioni, capisce che la lotta non può essere circoscritta ai suoi diritti ma a quelli di tutti – «Come posso essere felice se i miei fratelli non possono esserlo?»; decide quindi di formare un’associazione e di agire per il cambiamento collettivo. Ottenuto il diritto per i sordi all’istruzione elementare obbligatoria subito rivolge la sua attenzione ai giovani e fonda, vendendo i suoi beni, la scuola di arte grafica gratuita per sordi, la prima di tante sul suo luminoso cammino. Da segnalare l’ultima parte dell’opera dedicata agli approfondimenti sulla storia dell’ENS e della comunità sorda, sulla lingua dei segni italiana (LIS) e sui personaggi storici che hanno contribuito al movimento.