Quel male scuro che grava sull’anima

Quel male scuro che grava sull’anima

Di Vincenzo Calafiore

19 Febbraio 2021 Udine

“ ……. Dalla finestra non s’era mai vista

una luna così maestosa, così tanto sola pur

nella sua maestosa bellezza. E giungono

dal buio come falene i luoghi dell’anima;

lei è bella ! E come una ragazza

sconosciuta dallo strano nome

attraversa il cielo come una cometa,

veloce davanti agli occhi. Come

un sogno s’impiglia nella memoria così lei

in quella luce, mentre un secolo di vita

viene inghiottito ….  

  “

 Vincenzo Calafiore

La civiltà, possiede il controllo della tecnologia, ha abbondantemente soddisfatto sia la gran parte dei sui bisogni elementari che quelli artificiali, meno autentici.

Ora si avverte, ormai da molto tempo pure, la necessità di un nuovo patrimonio culturale e intellettuale, dato che quello di prima, ormai non è più in grado di offrire risposte concrete.

Questa è una civiltà che in qualche modo rischia o rischierà di farsi rubare il futuro da un malessere che la filosofia attuale definisce dell’anima .

La decadenza, si vede, si tocca, si manifesta continuamente e si trasforma molto velocemente in paura e indecisione permanente.

Ma, la domanda principe è : A che cosa possiamo ancorarci prima di perderci per sempre?

Soprattutto che cosa ci è rimasto come riferimento?

Se ci voltiamo un attimo a guardare il nostro passato culturale, osserviamo che il Rinascimento è finito, l’Illuminismo anche, e, il Romanticismo è quasi uno sconosciuto, l’Umanesimo è diventato che un vecchio ricordo polveroso.

Di fronte alla lenta agonia, al lento appassire delle coscienze, l’unica soluzione possibile sarebbe necessaria una presa di posizione, una reazione, per ricominciare a sperare.

Per avere una risposta a questo bisognerebbe partire dal pensatore francese: Pascal chiedeva all’uomo di credere in Dio: se lo avesse trovato, il suo premio sarebbe stato il paradiso, se non ci fosse stato avrebbe comunque vissuto bene, senza perdere alcunché.

Ecco bisogna scommettere su  Cristo ? E perché?

Alla fine dell’Impero Romano, si fece la scelta di affidare il Cristianesimo il compito di traghettare la civiltà antica, oggi dobbiamo aggrapparci alla realtà più certa a nostra disposizione.

La rivoluzione cristiana colpì essenzialmente l’anima dell’uomo e la cambiò radicalmente; si realizzarono quei valori etici, vale a dire l’uguaglianza, la giustizia per tutti, la non violenza, la libertà, la stessa rivoluzione, dinanzi alla quale tutte le altre infinite scoperte dell’umanità sembrano limitate.

Evitare la tentazione di trarre conclusioni che spettano ai teologi, è che avere fiducia e speranza in una divinità, Sia essa Cristo, o Buddha, Allah, è un atto di civiltà, prima ancora che fede, come insegna la filosofia moderna, c’è un spazio per ogni religione, in ogni momento della storia, al di là della fede e di quel sentire e credere che hanno i credenti.

Credere, non è cultura, è fede, speranza!

E la religione, qualsiasi religione non può essere e non deve essere confuso  con un avvenimento culturale; casomai è la stessa cultura che viene cambiata dalla fede.

Forse, ancora oggi, rimane quello di Immanuel Kant, sommo filosofo del Settecento, il migliore tentativo di compendiare il pensiero religioso: Credere dunque è l’idea personificata della moralità.

Tuttavia ora, adesso, in questo “ Medioevo Oscuro” proviamo non più certezze o speranze in un futuro prossimo, quello che proviamo sono altre cose:

è paura, sgomento, disorientamento!

E allo stesso tempo di fronte a  questo tempo buio e macero, c’è una luce ….

una luce forte e calda che s’irradia per ogni ovunque, è quella della vita che nonostante il deserto, sboccia silenziosamente, è un miracolo che si compie e si ripete, si perpetua in un bimbo che viene alla luce, a un fiore che sboccia, a una lacrima che bagna il viso, in un sorriso, è la vita, è vita!

Perché sia o ci sia sempre un domani quando torna la vita.

Ma abbiamo imparato una lezione importantissima, bella e unica, perché di unicità si tratta, ed racchiusa in un parola: prossimo!

Perché senza – prossimo – che vita sarebbe?

Perché senza –amicizia, amore, fraternità – e non importano il colore della pelle, le religioni, conta, l’uomo, la donna, esseri umani, tutti con lo stesso sangue, bianchi e neri, gialli, mori!

E’ di vita che si tratta.

Che la pace sia con voi!