I grillini puntano a tenere l’Italia in emergenza almeno fino al 31 luglio

Fine emergenza? Almeno il 31 luglio. I grillini vogliono andare avanti a colpi di decreti del premier almeno fino al 31 luglio prorogando fino a quella data lo stato d’emergenza. Il premier Giuseppe Conte va avanti a decreti e ne prepara unoper il 15 gennaio per prolungare il sistema della zona gialla, arancione e rossa in tutta Italia che, con la modifica dell’indice di contagio Rt sarà più facile estendere alle regioni entro l’11 gennaio (l’8 è atteso il report dell’Iss).

Da lunedì 11 si ritornerà alle zone di colore, che cambieranno in ogni regione dopo il nuovo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità con la modifica dell’indice di contagio Rt che porterà nuovi territori in zona arancione o rossa (ci sono dieci regioni sotto la lente, in particolare Veneto, Liguria e Campania) e l’ordinanza del ministero della Salute attesa al più tardi per il 9 gennaio.

Subito dopo il governo Conte lavorerà al nuovo decreto legge e al nuovo Dpcm che regoleranno la vita degli italiani durante questa fase dell’emergenza covid. Giuseppe Conte è pronto a prorogare di altri 6 mesi, fino al 31 luglio, lo stato d’emergenza dopo la proroga del 31 ottobre fino al 31 gennaio che l’anno scorso era finita nel mirino del centrodestra, con Giorgia Meloni e Matteo Salvini sulle barricate e il governo che dopo l’ipotesi di arrivare fino ad aprile aveva ripiegato sulla fine del primo mese dell’anno. Questa volta le opzioni sono due: il 31 marzo e il 31 luglio.

La prima sarebbe frutto di un atteggiamento più prudente da parte del governo. L’esecutivo si limiterebbe a scegliere una soglia minima, quella del 31 marzo. È la deadline di molti provvedimenti collegati proprio allo Stato d’emergenza. Ma i grillini ritengono che la scelta giusta sia prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 luglio, ovvero l’ultima a disposizione visto che secondo il Codice della Protezione Civile che lo regola lo stato d’emergenza è prorogabile solo di 12 mesi e poi di altri 12, ma questo non vuol dire che possa durare per due anni. La seconda proroga va conteggiata rispetto alla prima, che è arrivata il 31 luglio 2020.

Nel nuovo provvedimento il Governo pensa di estendere il sistema delle fasce con la modifica del parametro dell’indice di contagio che permetterà di portare in zona arancioni le regioni con Rt a 1 ma soltanto se “nel territorio si manifesta un’incidenza dei contagi superiore a 50 casi ogni 100 mila abitanti”, come è stato deciso nel Dl n.1/2021. Questo parametro è stato introdotto per evitare che regioni con una circolazione virale bassa possano invece finire in arancione a causa di singolo episodio di aumento dell’Rt. La zona rossa invece scatterà quando l’indice di contagio supererà quota 1,25 (sempre con la clausola dell’incidenza dei contagi).

Le regioni a rischio zona arancione dall’11 gennaio. L’8 gennaio dovrebbe arrivare il report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero che porterà la Cabina di Regia Benessere Italia a decidere quali regioni dovranno andare in zona rossa (improbabile) od arancione (probabile) a partire dall’11 gennaio con l’ordinanza del ministro Speranza.