Scompare a 98 anni Pierre Cardin lo stilista veneto naturalizzato francese

A 98 anni è morto lo stilista Pierre Cardin. Di origini italiane, naturalizzato francese ha segnato la moda dello scorso secolo con il suo stile innovativo. Pietro Cardin nasce il 2 luglio del 1922 a San Biagio di Callalta, un paesino nella provincia di Treviso. Ci resta poco però, perché con la famiglia si trasferisce presto nel centro della Francia. È lì che cresce fino al 1939, quando abbandona se ne va a Vichy per diventare apprendista di un sarto.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale presta servizio nella Croce Rossa, e una volta terminati i combattimenti viene assunto da Elsa Schiaparelli. Ma è nel 1947, quando Christian Dior lo mette a capo della sua sartoria che la sua carriera inizia davvero. Nel ’50 si mette in proprio fondando la maison che porta il suo nome, nel ’51 si fa conoscere al grande pubblico grazie alla creazione di numerosi e spettacolari costumi per il ballo in maschera organizzato a Venezia da Carlos de Beistegui, e presenta la sua prima collezione couture nel 1953.

È il primo couturier in assoluto a entrare sul mercato giapponese nel ’59 e poi a creare una collezione low price per i grandi magazzini francesi Printemps: la Chambre Syndacale de la Couture non apprezza e lo caccia, salvo poi riammetterlo poco dopo.

Negli anni ’60 crea una rete di prodotti in licenza per penetrare al meglio nel mercato e nel ’66, stavolta di sua volontà, si stacca dalla Chambre Syndacale per iniziare a presentare le sue collezioni all’Espace Cardin. Inaugurato nel 1971 è uno dei primi esempi di grandi spazi gestiti dai designer, oggi una consuetudine. È del ’67 Cosmos, lungo fourreau circondato da “anelli-satellite”, e negli anni successivi arrivano i vestiti di pvc, gli occhiali a mascherina, i pullover-bozzolo, gli shorts e gli stivaloni di vernice. La sua creazione più famosa è forse il Bubble Dress, creato in omaggio alla sua celeberrima casa sulla costiera francese, la Bubble House, costruita in collaborazione con l’architetto Antti Lovag e composta da una serie di “bolle” arredate in puro stile futurista anni ’60. Nel 1979 sfila per prima sulla Grande Muraglia cinese, e da allora sfrutta le location più spettacolari per le sue presentazioni, dal deserto sino ai borghi medievali.

Nel 1981 diventa uno degli azionisti di Maxim’s, il celebre ristorante francese, nel 2001 acquista i ruderi del castello di Lacoste, dove un tempo aveva vissuto anche il Marchese De Sade, e lo restaura parzialmente organizzando lì ogni estate un festival di musica per artisti emergenti. Possiede anche un Palazzo a Venezia, Ca’Bragadin, e nella città lagunare qualche anno fa, progetta di costruire il Palais Lumiere, una torre di 250 metri con ristoranti e teatri: la sua idea è di inaugurarla per l’Expo del 2015, ma il progetto si chiude con un nulla di fatto.