Appello di Coldiretti a prediligere prodotti made in Lazio come l’abbacchio romano igp

David Granieri

Con il calo dei consumi determinato dalla chiusura dei ristoranti e dalla crisi economica determinata dalla pandemia, l’appello di Coldiretti Lazio è quello di scegliere prodotti genuini e a chilometro zero, per aiutare la filiera del Made in Lazio e tutelare la salute. <>.

E tra i piatti tipici della cucina laziale non può mancare l’abbacchio romano Igp, che insieme agli altri prodotti a chilometro zero, da portare a tavola in questi giorni di festa, è possibile trovare nei mercati di Campagna Amica di via San Teodoro, 74 al Circo Massimo e di via Tiburtina, 695. Entrambi effettueranno l’apertura straordinaria nella giornata di domani, mercoledì 30.

“L’abbacchio Romano Igp rappresenta una vera e propria eccellenza del nostro territorio – prosegue Granieri – e come tutti i prodotti con certificazione comunitaria Igp, offre maggiori garanzie ai consumatori, sia in termini di qualità, che di tracciabilità e naturalmente di sicurezza, grazie ai controlli a cui sono continuamente sottoposti. Il rischio è quello di cedere all’acquisto di carni importate, che hanno un valore economico più basso, ma non tutelano la salute. La certificazione nasce proprio con l’obiettivo di valorizzare e promuovere il nostro patrimonio agroalimentare, anche sul piano della distribuzione. Diffidate quindi dalla mancanza di chiarezza sulle etichette per evitare prodotti importati di scasa qualità”.

L’invito ai consumatori è quello di proteggere il nostro patrimonio, scegliendo carni italiane e certificate, ma un appello viene rivolto contemporaneamente anche agli allevatori: quello di certificare la carne che proviene dai loro allevamenti, per salvare la filiera e uno dei pochi di eccellenza della regione.

“Con la denominazione Igp dell’abbacchio – conclude Granieri – si ha la garanzia di origine, ovvero la garanzia della provenienza esclusa della Regione Lazio. Così come la garanzia che sia stato adottato un metodo di allevamento sottoposto a rigorosi controlli, per avere gli standard qualitativi della carne superiori a quelle normali che si trovano in commercio. C’è dunque un monitoraggio continuo di ogni passaggio della filiera e anche l’etichettatura deve essere chiara e provvista del contrassegno con logo e numero progressivo di identificazione al fine di una tracciabilità che sia effettiva al cento per cento”.

Il Lazio, che conta circa 39 mila aziende ovine, può vantare complessivamente 65 prodotti con indicazione geografica e questo consente alla nostra regione di collocarsi al quinto posto su scala nazionale per numero di prodotti riconosciuti. Si tratta di 36 marchi ottenuti nel comparto vini e 29 in quello food.