La salute dell’anziano: quando chiedere aiuto

Chi si occupa di una persona anziana deve affrontare diverse sfide, non solo pratiche, ma anche emotive. La salute dell’anziano con l’avanzare degli anni può subire un peggioramento, fino a comportare la perdita della sua autonomia.

La famiglia deve quindi mettere in campo tutte le risorse necessarie per far fronte alle sue necessità. Per gestire in modo adeguato l’anziano, spesso è necessario chiedere aiuto, soprattutto quando serve un intervento professionale o bisogna assistere la persona in modo continuativo.

Le gestione dell’anziano e l’assistenza da parte di una badante

Quando l’anziano non è più autosufficiente e ha bisogno di assistenza per svolgere le normali attività quotidiane, come alzarsi dal letto, vestirsi e mangiare, è necessario organizzare in modo efficiente la sua assistenza.

Questo significa che una o più persone devono dedicarsi alla persona anziana per diverse ore durante la giornata e a volte anche di notte. Se l’assistenza prevede l’alternanza di più caregiver, è bene organizzare dei turni, in modo da assicurare a tutti la possibilità di riposare.

Può capitare che a farsi carico della gestione dell’anziano sia un familiare o più di uno, ma non sempre questo è possibile. Impegni familiari e lavorativi possono impedire ai familiari di assistere l’anziano direttamente ed è proprio in questi casi che una badante o un operatore OSA diventano indispensabili.

Le sfide emotive nell’assistenza del genitore anziano

Una volta definita la gestione pratica dell’assistenza, è bene tenere conto anche di altre problematiche che possono sorgere. Per i figli occuparsi di genitori anziani ingestibili è una sfida molto grande.

In questi casi entrano in gioco le delicate dinamiche del rapporto genitore-figli, che diventano ancor più complicate per effetto della salute ormai compromessa dell’anziano. Le difficoltà e la sofferenza legate alla patologia o alla perdita dell’autonomia, possono portare il genitore anziano a irrigidire il proprio carattere oppure a lamentarsi molto spesso.

Occorre in questi casi avere molta pazienza, essere comprensivi e cerare di instaurare un dialogo costruttivo. Spesso dietro i “capricci” dell’anziano si nasconde semplicemente una richiesta di attenzioni, di vicinanza emotiva e di affetto.

Coltivare questa sensibilità nel rapporto con l’anziano è di fondamentale importanza soprattutto per i familiari che si occupano della sua assistenza, ma non solo. Anche la badante e tutti gli operatori che partecipano a vario titolo alla sua assistenza, devono approcciare l’assistito con dolcezza ed empatia. È bene ricordare che il benessere della persona va ben oltre la salute fisica. Per far stare bene l’anziano bisogna attivare anche il muscolo dal cuore, perché è proprio da lì che possono nascere delle risorse inaspettate per favorire uno stato di benessere a 360 gradi.