Friuli Venezia Giulia

Il colore della solitudine

Il colore della solitudine

Di Vincenzo Calafiore

05 Dicembre 2020 Udine

Forse per poter navigare in questa vita ci vorrebbero delle carte nautiche, chiare, di parole semplici e comprensibili, dettagliate.

Improvvisamente in questo oceano vasto di solitudini e di venti forti, onde capace di distruggere se piombano addosso, se non si è capaci di affrontarle, all’orizzonte appare  una linea scura di una terra, l’approdo sicuro.

Un tempo  sono stato navigante e sono stato lontano dalla vita, io e lei siamo stati assieme, ci siamo salvati dalle tempeste, siamo stati naviganti noi due senza conoscere l’amore e piccoli senza conoscere la vita; ci ha mandati lontano, lontano da noi stessi, senza spiegarci come tornare e siamo stati male e assieme siamo tornati.

Abbiamo assieme scalato montagne d’acqua, senza mai alzare la testa per vedere se fossero finite, stanchi e affamati d’amore, allenati alla sopravvivenza in questa vita che poco ci appartiene, preparati a cadere e a rialzarci, a imparare che la vita è amore, un atto di amore!

Ma ci pensi a quanto sia bello amarti?

Io che rimango in questo angolo di strada in attesa di vederti passare, per vederti venirmi in contro con quel tuo sorriso; innamorati  del nostro sentirci eterni l’uno per l’altra, innamorati della luna che guardiamo da una finestra spalancata nel buio.

Conosciamo la notte, senza paura ci addentriamo nei suoi vicoli mano nella mano, con la certezza di tornare domani, quando al risveglio ti dirò: ti amo!

Torniamo alla nostra vita che come una barca è volata sul mare, quel mare che ti regalo ogni volta che ti vedo arrivare; ci chiamiamo da finestre schiuse nelle notti che non finiscono mai, che cerchiamo di riempire di noi in questo sputo di universo con musiche e pensieri, le notti sono farfalle a cui non si possono togliere le ali e quelle notti mi raggiungono ovunque sia e si raccontano prendendo vita, diventano memoria da custodire con gelosia.

E sono qui davanti a ogni luogo, con quel pensiero in testa: Amarti così con la tenerezza che vuoi, coi desideri e le passioni che mai si assopiscono, lotto con quel mostro a più teste che è la solitudine, anche l’attesa di un tuo si, che potrebbe cambiare il mio viaggio.

Io ti amo e come un attore dal mio palco sparo alla luna che frantumandosi illumina il cielo di magia e chissà se con una buona magia tu potresti raggiungermi … chissà!

E allora che sia magia la nostra vita, sia di giorni primaverili e di spiagge assolate a cui andare a passi lenti, giusto per ascoltare ciò che i nostri cuori si raccontano; è questa, credo, la felicità … le diverse voci del cuore!

E tu ascoltami, non lasciarmi qui, non dimenticarti di spalancare il tuo cuore come una finestra agli occhi e al cuore di chi da ogni dove è sempre lì ad attenderti!

Vincenzo Calafiore

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