Rivolta contro Conte e i grillini: a Milano e Torino guerriglia e negozi saccheggiati

I grillini ignoreranno le proteste e le rivolte che stanno attraversando l’Italia? Ne trarranno le conseguenze? Chissà! Intanto l’Italia è in fiamme. “Il malcontento è molto più grande di quanto si possa immaginare” dichiara Luciano Sbraga, vice direttore generale Fipe. “Non si riesce a capire quali sono le ragioni di un provvedimento che riteniamo non proporzionale – visto che vale per il Comune di mille come per la grande città di milioni di abitanti – e inefficace perché, come dimostrano i dati, bar e ristoranti non hanno contribuito alla diffusione del contagio. Dunque questo Dpcm manca di basi anche scientifiche”.

Un corteo contro le imposizioni anti covid, senza sigle, senza bandiere e senza leader, ha dato vita a scene da guerriglia urbana lunedì sera a Milano lungo corso Buenos Aires, facendo esplodere petardi e molotov. Il gruppo ha occupato la via con un corteo improvvisato e non autorizzato e si è avviato verso il centro. Riconoscibili nel gruppo ultras dell’area neofascista, alcuni anche con catene nelle mani. Ma nella manifestazione erano presenti anche studenti, titolari di esercizi commerciali che hanno dovuto chiudere, una rappresentanza araba. Questo ha portato a dissensi anche tra i manifestanti, alcuni dei quali hanno cercato di fermare i comportamenti più violenti.

In diversi hanno urlato insulti e slogan contro il premier Giuseppe Conte. Al passaggio scene di caos: dehors danneggiati, le transenne usate per il Giro d’Italia di ciclismo lanciate nella scale della metropolitana, cassonetti rovesciati,spaccato finestrini e porte del tram 9 fermo a un incrocio. I manifestanti si sono diretti prima verso il grattacielo Pirelli, in via Fabio Filzi, e poi al palazzo della Regione Lombardia, contro il quale si è scatenato un fitto lancio di pietre, bottiglie e grossi petardi. Le forze dell’ordine hanno usato i lacrimogeni contro i manifestanti, per disperderli.

Anche Torino si è trasformato in un campo di battaglia tra vetrine infrante, petardi, razzie, lancio di lacrimogeni, cassonetti rovesciati e dati alle fiamme. Con due agenti feriti e nove persone fermate. La protesta è diventata rivolta. In piazza Castello quattro gruppi di manifestanti hanno attaccato le forze dell’ordine. Sono giovani, alcuni giovanissimi. In mezzo a loro anche esponenti delle tifoserie organizzate della Juventus e del Torino, oltre a molti ragazzi di origine straniera. Immigrati di seconda generazione arrivati dalle periferie. Facce nascoste dai cappucci e dalle mascherine. Hanno lanciato petardi e bottiglie di vetro. Dopo una carica di alleggerimento davanti alla Regione, è iniziata la battaglia. Con decine di lacrimogeni in via Roma, dove le vetrine sono andate in frantumi e l’aria è diventata irrespirabile.

Nelle strade dello shopping si sono registrate razzie. Presi di mira alcuni negozi di abbigliamento e di tecnologia. Portati via i vestiti nella boutique di Gucci e Geox. Hanno retto le vetrine della Apple, ma i rivoltosi non si sono fermati e hanno attaccato bar e ristoranti. Devastati i dehors del Cambio, il locale storico di piazza Carignano, dello Sfashion Café. Saccheggi anche in via Lagrange.

Decine di monopattini sono stati distrutti o incendiati. In piazza Castello, all’angolo con via Po, dove non sono state risparmiate neppure le automobili dei residenti. Alcuni giornalisti sono stati minacciati. Un fotografo è finito all’ospedale, colpito da un sanpietrino. Torino ha rivissuto per una notte le contestazioni dei Forconi di sette anni fa, quando in piazza Castello volarono le pietre contro la sede della Regione e l’intera provincia fu messa a ferro e fuoco per tre giorni.

In piazza Vittorio è andata in scena l’altra faccia della protesta. Migliaia di persone in strada con cartelli e megafoni. Ad unirle il grido: “Libertà, vogliamo la libertà”. È stato esposto uno striscione con la scritta “No al coprifuoco”. La notte di guerriglia era stata preceduta dalla protesta dei tassisti. Si fa il bilancio con danni per decina di migliaia di euro, sette persone arrestate e due denunciate in stato di libertà. Fra i fermati due esponenti della tifoseria organizzata juventina.

Sulla scia delle proteste di Napoli e Roma, la prima sera senza bar e ristoranti è esplosa in tensioni e scontri anche in due tra le Regioni più colpite dalla pandemia, la curva dei contagi che continua a salire e la preoccupazione per le ricadute sull’economia delle misure adottate per contenere il virus. In tutta Italia ristoratori, baristi, commercianti, lavoratori a rischio di tutti i settori hanno affollato strade e piazze per protestare contro la stretta prevista nell’ultimo Dpcm. Le associazioni di categoria calcolano le perdite. Al Viminale sale l’allerta per le tensioni sociali che potrebbero esplodere e che già hanno attraversato alcune piazze a Napoli, a Roma e a Catania, a Torino e Milano.