Notte che vai

Notte che vai

Di Vincenzo Calafiore

08 Ottobre 2020 Udine

Agile se ne andrà via la sera per lasciare il posto alla notte che presto si alzerà come un sipario scuro.

E’ la sera dei pensieri e delle immaginazioni che parlano fra di loro, della vita che sta per cadere e la luna che corre alta nel cielo.

Forse per andare a vedere questa sera dolce che volendo si potrebbe bere tutta in un fiato, da passare steso su un letto fumando una sigaretta.

Questa sera così strana e profonda, buia e pestilente come l’anima del mondo,

tanto nera da spaventare perfino il mare.

E’ la sera  dell’amore che mi confonde tanto da farmi sentire il leggero frusciare di lenzuoli, mentre sulle onde dell’emotività si gonfia il cuore: è un desiderio troppo forte, troppo grande da essere contenuto da una sola lacrima.

E’ la sera di un bambino mai nato!

Si muove il mio mare, con le barche e le vele spiegate al vento, galleggiando se ne vanno assieme e mi pare di sentire il calore di mani che si attorcigliano alla vita come edera ad un albero.

Lo so bene, non riuscirò ad averti,

non riuscirò a tenerti per molto nelle mie mani.

Piano piano ti renderai conto che sono stato l’unico a guardarti di nascosto, a adorarti in silenzio fatto di parole per ricordarti.

Non ci sei più! Proprio ora che mi hai imparato come si fa a volere bene.

Non sono più forte come prima e mi basta poco per cadere, basta un niente, ed è difficile ricominciare ogni volta.

In faccia ho qualche segno in più, ma sono quello di sempre, non so cosa ci faccia io in questa notte lunga e fredda

Tutto quello che ho nel cuore e che amo è lontano, ci vorrebbe una nave per raggiungerlo!

Ti conservo nel cuore, c’è sempre un posto nel mio piccolo cuore.

Forse ti capiterà di pensarmi, senza dolore, con pochi ricordi.

Se tu vedessi ora il cielo… ci sono milioni di stelle belle come te!

E’ una notte questa in cui si può sognare!

Forse è l’amore che sogno, è un amore da baciare, respirare profondamente, come un condannato a morte che sa che sarà l’ultima.

Non sono mai riuscito a sapere cosa ci sia in quel pezzo di pane che nutre e sfama, che si chiama: amore.

Certo che ci sarò nonostante il mare, dimmi cosa sogni, se sei serena, se ti svegli di notte, se mi tieni dentro anche se stai lontana… ti guardo sul leggio con i miei occhi grandi e poveri e con questi vorrei guardare il mondo e il mondo non si fa guardare, le mie parole non si fanno ascoltare, ma tu tienimi dentro, per un po’ nei tuoi occhi.

Morirei se dovessi sapere che stanotte non ci sarai… lontano un – ti amo – è una luce che diventa sempre più grande in questa notte che sta per finire, e tornano i pensieri e le immaginazioni per portarmi a dormire tra le tue braccia, con le tue labbra sul mio viso.