Prove di governo tecnico: Zingaretti lavora per scaricare i grillini

Qualunque risultato uscirà dalle urne il giorno seguente è previsto un terremoto a Palazzo Chigi. Il Pd di Zingaretti lavora da tempo per scaricare i grillini, l’obiettivo minimo è un rimpasto, quello vero è puntare a fare cadere il governo. Torna in campo la vecchia politica e l’idea di “un incidente parlamentare”. È lo strumento per innescare la crisi mettendo il premier Conte davanti al fatto compiuto e senza intestarsi la scelta di fare cadere l’esecutivo. Zingaretti e soci soffrono la politica “mediatica di palazzo Chigi”. I dem hanno “assaporato” la sensazione di stare al governo con i grillini, hanno provato lo stesso disagio che ha portato Matteo Salvini a scaricare i grillini. Conte e soci sono politicamente al minimo e in caso di caduta del governo non potranno dettare le condizioni. Andare al voto per le politiche significherebbe fare scomparire la creatura di Beppe Grillo.

Le elezioni confermeranno che, nella sfida con il centrodestra, i grillini sono irrilevanti ai fini del risultato. Il referendum, il cui esito non è del tutto scontato, segnerà l’esaurimento dell’originaria ragione del grillismo.

Il Conte-bis è un disastro. L’ex ministro dell’Interno Marco Minniti in una riunione ha chiarito: “non siamo finora riusciti a incidere per far emergere una nuova fase”. Zingaretti ha pronunciato le stesse parole usate da Salvini prima che il leader della Lega togliesse la fiducia a Conte. “Fino a che ci sono cose da fare, si va avanti”.

Il rimpasto non esiste nella testa di Conte, semmai “un cambio di squadra”, un nuovo gabinetto. Ma Franceschini avverte. “Se noi aprissimo il vaso di Pandora, senza poi essere in grado di chiuderlo, ci ritroveremmo con un governo tecnico“. Non ci sarebbero elezioni anticipate all’orizzonte in caso di crisi dal momento che c’è il Recovery fund da istruire. E a quanto pare ai democrati e a tanti parlamentari l’opzione tecnica non dispiace affatto, tutto pur di liberararsi dei grillini…