Scatta il nuovo lockdown: misure estreme adottate da Israele

Sarà un Rosh Hashana amaro per gli ebrei. Israele impone un nuovo lockdown, una seconda chiusura totale per provare ad arginare l’epidemia. I casi hanno superato i 4000 per due giorni consecutivi, i morti sono oltre 500. Gersualemme pertanto ha fatto scattare un confinamento di due settimane, coincidente con le festività più importanti nel calendario ebraico, sino a Yom Kippur.

Le scuole e tutte le attività commerciali devono chiudere. Rimangfono aperti supermercati e farmacie. I ristoranti possono restare aperti per il take-away, gli spostamenti sono limitati a 500 metri dall’abitazione. Dopo questa prima fase ne sono previste altre due, con limitazioni graduate in base all’andamento dei contagi.

Ronni Gamzu, esperto medico incaricato di coordinare le operazioni anti-Covid 19, proponeva di chiudere solo le città rosse ma queste 30 zone sono a maggioranza ultraortodossa o a maggioranza araba. I partiti ultraortodossi fanno parte della coalizione e hanno minacciato il premier Benjamin Netanyahu di fargli saltare il governo, se avesse imposto una chiusura mirata alla comunità. I rabbini si sono ribellati fin dai primi giorni dell’epidemia a qualunque regola che limitasse lo studio nelle scuole religiose o gli assembramenti dei fedeli. I leader ultraortodossi non sono contenti della chiusura totale che colpisce anche le sinagoghe.

La gestione della crisi sanitaria è giudicata un fallimento. A maggio il governo sembrava avere la situazione sotto controllo, i nuovi casi che scendevano verso lo zero. La riapertura (accusano gli esperti) è stata affrettata e disordinata.