L’ala ortodossa grillina mal digerisce le alleanze con i partiti

Nasce a tutti gli effetti il partito grillino con la deroga al tetto dei due mandati ai consiglieri comunali e l’alleanza con i partiti tradizionali per le amministrative. A stabilirlo la votazione sulla piattaforma Rousseau. Confermata pertanto la ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma insieme alle alleanza locali con il centrosinistra.

I grillini dell’ala ortodossa, che si riconoscono in Alessandro Di Battista, sono per il sì alla Raggi ma, come Davide Casaleggio, non vogliono altre deroghe. Sono restii ad aprire la discussione sul tema di un’alleanza strutturale con il Pd. “Di Maio vuole soprattutto proteggere l’esperienza di governo di Virginia Raggi – spiega dalla Sardegna il deputato Pino Cabras – che ha agito con straordinario coraggio contro un concentrato di poteri corrotti che non vedrebbero l’ora di espellerla e restaurare il vecchio andazzo a Roma. Quanto alle alleanze, il quesito parla di ‘poterle’ fare, non di ‘doverle’. Più che di un’alleanza strutturale parlerei di intese non ostacolate, dove siano possibili”.

Per l’europarlamentare Ignazio Corrao i due quesiti “riguardano temi diversi. E’ giusto superare la regola del secondo mandato – afferma ad Agorà Estate – che andava bene quando avevamo pochi consiglieri comunali sparsi per l’Italia mentre ora siamo diventati una forza politica di maggioranza a livello nazionale. Sul tema delle alleanze c’è da fare un ragionamento di tempistica. Un argomento del genere, così come anche la leadership del Movimento e l’organizzazione sui territori andavano discussi negli Stati generali, che sono stati rimandati a causa dell’emergenza Covid”.

La senatrice Barbara Lezzi annuncia su Facebook il suo no alle alleanze con gli altri partiti. “Si tratta di una questione di metodo, queste decisioni non dovrebbero essere calate dal Capo Politico sentito il comitato di garanzia ma dovrebbero essere rimesse alle responsabilità dei diversi territori per non cadere, in primis, preda di lontane dinamiche romane”.

Per il presidente della camera Roberto Fico è invece opportuno aprire una riflessione sulle future intese. “È opportuno porre in essere una riflessione sul dialogo e l’ipotesi di alleanze – scrive su Facebook- che si possono instaurare sui territori, come abbiamo fatto a livello nazionale negli scorsi mesi. Credo infatti occorra prevedere la possibilità per le liste certificate a livello locale di confrontarsi in maniera costruttiva con altre forze politiche mettendo in primo piano il futuro delle nostre città e l’interesse della collettività”.

I dem a Torino non sono favorevoli ad alleanze. “Il Pd, a Torino, non è interessato ad alleanze con il M5s” afferma il capogruppo in Consiglio comunale Stefano Lo Russo, tra i possibili candidati sindaco del centrosinistra, commentando il voto favorevole della sindaca Chiara Appendino al quesito su Rousseau.

A giudicare “pericolosa” invece un’alleanza del Pd con il M5s è il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova, che ad Agorà Estate afferma. “Se il Partito democratico sceglie di avere un’alleanza strutturale con il M5S, che a sua volta sceglie un’alleanza strutturale con il Pd, è necessario che nasca un’alternativa europeista, liberal-democratica ed ecologista nel fronte che si contrappone, e che vuole combattere e battere, populisti e nazionalisti. L’alternativa a Salvini non può essere Di Battista”.