Feel the Yarn – the contest: l’11° edizione è social

“Feel the Yarn – The Contest” svela la sua anima social-friendly e nel nome del“fare community” struttura tutta la sua 11esima edizione. Complice la cancellazione della fiera fisica di Pitti Immagine Filati, il concorso, varato nel 2010, nasce con l’obiettivo di mettere incontatto giovani designer, provenienti dalle migliori scuole internazionali di moda, con aziende del comparto filati generando un circolo virtuoso. Quest’anno trova quindi un nuovo format, per poter così proseguire quanto già realizzato a partire da inizio anno.

Dopo la selezione a cura del “Consorzio Promozione Filati – CPF” e di “Pitti Immagine Filati” con la supervisione di Ornella Bignami, delle 22 scuole internazionali di moda cui faranno capo i 34 studenti partecipanti e l’identificazione delle 34 aziende che hanno fornito i filati per la realizzazione degli outfit, il Contest trasloca dalle passerelle fiorentine a Facebook. 

Attraverso un apposito gruppo chiuso composto da studenti, addetti i lavori, influencer,aziende e yarns lovers, i designers racconteranno i loro progetti perché vengano poi votati. Una modalità contemporanea che, oltre ad essere rispondente alle esigenze di sicurezza imposte dal Covid-19, usa uno strumento coerente con la tipologia di partecipanti (studenti) e l’obiettivo da raggiungere: favorire la triangolazione scuola-studenti-azienda, creando opportunità di crescita e sviluppo a partecipanti e imprese.

Essere resilienti significa fare di un problema un’opportunità: non potendo più realizzare l’“Evento Collaterale” che si sarebbe dovuto svolgere nel corso di Pitti Immagine Filati – spiega  Federico Gualtieri, Presidente del Consorzio Promozione Filati – CPF – abbiamo sviluppato una strategia alternativa ma ugualmente efficace. La scelta di Facebook è stata ragionata ma naturale, consentendo di dare massima visibilità ai designers e alle loro creazioni e di sancire il vincitore sulla base di una community eterogenea”.

HOW TO: UN GRUPPO “CHIUSO” MA PROIETTATO NEL MONDO

La decisione di optare per un gruppo chiuso è frutto di una attenta analisi che vuole raggiungere 3 obiettivi:  tutelare i contenuti creativi dei designers sino al momento della votazione; garantire la corretta gestione degli scambi grazie ad un moderatore che processa immagini e testi dei post; assicurare la partecipazione dei “real yarn lovers”, complice l’immagine di esclusività che evoca (uno spazio privèe destinato agli appassionati oltre che agli addetti ai lavori).

La relativa “chiusura” di utenza sposa però l’”apertura” delle possibilità comunicative, permettendo la pubblicazione di mood-board, immagini, informazioni su scuole/aziende e video che, raccontando il work in progress dei lavori dei partecipanti, favoriscono il coinvolgimento degli iscritti.  Iscritti che potranno conoscere meglio i singoli partecipanti e le loro realizzazioni grazie a specifiche sezioni ricavate nel gruppo e nel sito feeltheyarn.it.

“Trasparenza” è invece la linea guida della votazione che, in modalità di sondaggio, è unica per ogni profilo Facebook che conterrà l’immagine dell’outfit in gara abbinata all’identificazione del suo creatore. Ad esplicitare le modalità di voto è un apposito regolamento che, oltre a definire la filosofia del gruppo chiuso, chiarisce  modi/tempi di pubblicazione del materiale.

L’edizione 2020 del Contest verrà dunque ricordata anche per la strategia adottata, coerente con l’obiettivo perseguito da CPF in tutte le sue iniziative: “creare valore” per le aziende consorziate attraverso attività e strumenti che permettano il loro sviluppo in chiave internazionale. “Se per i  partecipanti il concorso è una occasione di crescita professionale – conclude il Presidente –  per le aziende è un utile strumento per proiettarsi nel futuro permettendo loro sia di intercettare nuovi stilisti (che, grazie alla freschezza delle loro idee e al loro approccio 4.0, possono apportare linfa creativa), sia di esporre i propri prodotti nel mondo. Un obiettivo reale che va oltre il gap generazionale e parla la lingua della diffusione e della condivisione”.