Termoscanner per le messe: non sarà vincolante

Prosegue la trattativa Stato Chiesa per tornare alla normale libertà di culto con la presenza dei fedeli. “Abbiamo fatto presente la difficoltà enorme” a predisporre il sistema di rilevazione istantanea della temperatura corporea all’ingresso in chiesa o dei luoghi di celebrazione. Con il Comitato tecnico-scientifico è stato raggiunto un accordo importante nella trattativa per la riapertura di messe e funerali ai fedeli”. Lo dichiara monsignor Ivan Maffeis, sottosegretario della Conferenza episcopale italiana (Cei).

Sui termoscanner “abbiamo fatto un passo avanti con il Comitato tecnico scientifico: abbiamo fatto presente la difficoltà enorme” di attrezzarsi per tanti, e “il Comitato, consapevole di come molti italiani stiano assumendo sempre maggiore responsabilità, ha accettato di non rendere vincolante questa disposizione”. Quindi, “il termoscanner, in un primo momento richiesto per la celebrazione dei funerali, non è più considerato tale”, dice Maffeis alla trasmissione radio La Finestra su San Pietro del Gr1.

Il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, sottolinea che “sarebbe inopportuno fare corse in avanti, perché il bene comune, il bene di tutti, ci invita a camminare insieme a tutte le Chiese sorelle d’Italia, che vivono la pandemia in condizioni differenti”.

In tutto il Paese da domani 4 maggio saranno consentiti i funerali, ma le disposizioni di sicurezza stanno creando delle complicazioni organizzative. I vescovi si stanno organizzando con modalità variabili e risposte diverse e in ordine sparso. Qualche pastore preferisce ancora la prudenza e chiede ai parroci di rimanere alle modalità adottate durante il lockdown. Sarebbero troppe le responsabilità per i sacerdoti. Sono invece pronte a partire le parrocchie di Roma, che potranno chiedere al Campidoglio un sostegno per sanificare chiese e locali. Atteggiamento positivo è anche quello dell’arcidiocesi di Milano, tra le più flagellate dal Covid-19. Dà il via ai funerali anche per le persone decedute nelle settimane scorse.

Il governatore della Sardegna Christian Solinas ha dato il via libera alle messe. L’ordinanza “sulla fase 2 non dà il potere ai sindaci di verificare se le funzioni religiose possano essere esercitate” precisa la Regione rispetto alle dichiarazioni del ministro degli Affari regionali Francesco Bocciari a Sky Tg24. L’articolo dell’ordinanza, pur confermando il divieto di celebrazioni previsto dal Dpcm, usando la differenza giuridica delle funzioni religiose, consente lo svolgimento della messa ordinaria in tutta l’isola, con le precauzioni previste dai protocolli di sicurezza. Inoltre la Regione precisa che non si fa mai riferimento ai sindaci. Anzi, “il documento adottato nella serata di ieri non contiene nessuna disposizione di delega ai sindaci” in questa materia. Piuttosto, “il testo della nuova ordinanza è armonico e coerente con le disposizioni del Dpcm, pur nelle differenziazioni adottate, tenendo conto delle specificità della nostra regione e delle potestà connesse all’autonomia speciale”. La Chiesa sarda avrebbe potuto accelerare, ma i vescovi locali frenano e aspettano le indicazioni della Cei. I prelati sardi “pur apprezzando l’attenzione che Solinas ha rimarcato verso l’apertura delle chiese alle celebrazioni eucaristiche si riservano di leggere e valutare il testo dell’ordinanza regionale che verrà firmata, tenendo conto che non sono stati consultati precedentemente e che decisioni di questo tipo competono unicamente all’Autorità ecclesiastica”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale sarda, monsignor Antonello Mura.

A Bari è stata ufficializzata la chiusura della basilica per la festa patronale, tra le più frequentate d’Italia. Sarà inaccessibile dal 7 al 10 maggio. È una “sofferta decisione”, spiega il rettore della basilica, padre Giovanni Distante, presa dopo una riunione in videoconferenza, convocata dal servizio di Protezione civile del Comune di Bari, durante la quale è emersa la “preoccupazione di un possibile, quanto consistente, flusso di fedeli nella basilica nei giorni della tradizionale sagra di San Nicola, tale da compromettere il rispetto delle misure previste per il contenimento del contagio epidemiologico da Covid-19”. Ogni “risoluzione in questo momento di emergenza – sottolinea padre Distante – deve essere finalizzata al bene comune”. Per questo sono state previste solo celebrazioni a porte chiuse, che saranno trasmesse in diretta da Telenorba e Tv2000.