Intervista al cantautore e chitarrista Alberto Lombardi

“START AGAIN” (Belairstudio / DistroKid) è il nuovo singolo del cantautore e chitarrista ALBERTO LOMBARDI. Il brano è il primo estratto dall’album “Home” missato da Bob Clearmountain, il più famoso mixing engineer di tutti i tempi.  “Start Again” dà il via a un crowdfunding che aiuterà l’artista indipendente a finanziare la promozione dell’album “Home”, disponibile solo attraverso il crowdfunding e non sugli store digitali.

Ciao Alberto, quando nasce la tua passione per la musica?
Non prestissimo avevo 12 anni e un cugino mi ha insegnato due accordi sulla chitarra, da quell momento non l’ho più posata. Ho capito già al liceo che sarebbe stata la mia strada così ho studiato negli Stati Uniti invece di fare l’università e ho cominciato a lavorare suonando e registrando con alcuni cantanti italiani, come Barbarossa o la Bertè. Ma ho sempre voluto fare musica mia così ho tenuto vive entrambe le cose. 

Se dovessi dire con una frase chiave che cos’è per te la musica quale useresti?
Cito Zappa, “music is the best”. Non c’è niente che riassuma l’armonia dell’universo meglio della musica. L’amore ci va vicino. 

È uscito il tuo nuovo singolo “Start Again”, ce ne vuoi parlare? 

Certo, innanzitutto come altri brani nel disco è stato missato da una leggenda della musica come Bob Clearmountain. È da sempre il fonico di Springsteen, dei Rolling Stones. Ha missato Let’s Dance di Bowie, O Rock the Casbah, per me è stato un onore lavorare con lui, e devo dire che era entusiasta delle canzoni, di come erano suonate. Ha anche provato a darmi una mano con i contatti. Concettualmente “Start Again” è un brano sulla voglia e la necessità di ricominciare, di ridisegnare l’immagine di sé. A volte finiamo per essere troppo annoiati e spenti, nel lavoro, in amore, in una città. Allora dobbiamo essere forti e sradicarci, portaci in un altrove di altri stimoli. E’ importante per non ammuffire. Sono appassionato di Dante, e in questa canzone ci sono un paio di citazioni daccanto di Ulisse, dove sprona i suoi uomini a “fare ali dei vostri remi” e “seguir virtute e canoscenza”. Visto che scrivo in inglese penso si possa fare, in italiano sarebbe stato un azzardo. Musicalmente è ovviamente ricco di chitarra rock blues e ha qualche eco reggae. 

Insieme all’uscita del singolo è partita una campagna di crowdfunding per promuovere il tuo nuovo album “Home”. Com’è nata l’idea e soprattutto come sta andando?

Nonostante l’aiuto di Clearmountain non ho trovato un’etichetta, quindi sono solo nella promozione di questo disco. Ecco perché chiedo alle persone che si appassionano alla mia musica di aiutarmi a farla conoscere. Comprando il disco, o altre “ricompense” del crowdfunding, raccogliamo fondi per i costi di promozione, che sono quelli che in genere copre un’etichetta. Sta andando molto bene, le persone dicono “Mi piace, ti aiuto a farti conoscere” e acquistano il CD o il vinile. Ma anche il semplice download, visto che l’intero disco non è sulle piattaforme di streaming, in questo modo è “esclusivo” per chi lo vuole sostenere! 

Qual è la difficoltà maggiore che riscontrano secondo te i giovani cantanti che si affacciano nel mondo della discografia?

Beh io ho già oltre 40 anni, faccio anche il produttore per molti artisti emergenti da quasi 20, e ho vissuto il periodo in cui la discografia era l’unico modo per realizzare, promuovere e vendere un disco. C’era un enorme filtro, molto potere in mano a poche persone che quindi la facevano da padroni. C’era però un lato positivo, cioè ai pochi artisti scelti era data una possibilità vera. È grazie a quelle enormi risorse investite dalle etichette, che abbiamo i Pink Floyd o De Andrè. Il talento è solo metà dell’equazione, poi ci vogliono le risorse per coltivarlo, crescerlo, farlo conoscere e permettergli di dedicarsi 100% all’arte. Da ormai più di 10 anni i musicisti sono costretti a fare un altro lavoro per metà del loro tempo e autopromuoversi e fare musica nel tempo libero e nel weekend. Soprattutto autopromuoversi da quando ci sono i social. Questo all’inizio della carriera, poi se arrivi a grandi risultati puoi dedicarti alla tua musica, ma negli anni iniziali nessuno può investire su di te perchè non produci denaro, il che era vero anche ai tempi d’oro. Ma ce n’era talmente tanto in ballo che si poteva scommettere su 10 artisti sperando che uno andasse bene, oggi non è più così. Unica eccezione sono infatti le cose a super colpo sicuro, molto commerciali e di moda, o già molto esposte come i vincitori di talent, dove un minimo rientro ai discografici è garantito. 

Che importanza hanno per te i live?
Grandissima, io vivo di musica e insegno da sempre anche se molto poco, quindi per me suonare è vitale. Ho un mio tributo alla chitarra Stratocaster, dove suono la musica dei grandi di questo strumento. Gilmour, Hendrix, Clapton, Jeff Beck, etc. Poi suono uno stile di chitarra acustica tipo Tommy Emmanuel, se non lo conoscete è una bella scoperta. In pratica chitarra acustica da sola, che fa tutto, armonia melodia e così via. Con questo progetto sono stato in tour in Germania per 23 concerti e ultimamente in America per altri 10 poco prima che scoppiasse il corona-dramma. In più da anni suono con Di Cataldo e la Sono Gaetano Band. Quindi questo stop mi mette un po’ in crisi! 

Prossimi progetti? Ti stai preparando a nuove composizioni?

Ho un nuovo disco acustico pronto da registrare e scriverò anche un nuovo disco di canzoni, ma spero di tornare presto a suonare con lo Stratocaster Tribute, dove suono anche le mie canzoni. 

Grazie Alberto e in bocca al lupo!
Viva il lupo grazie!!