Rapsodie

“ … un giorno se mai ci saràt ti racconterò di te. Di come ogni giorno,ogni notte, ti inventavo nella mia mente. Delle smorfie che facevi col tuo viso, delle labbra che ti mordicchiavi, dei sorrisi che facevi. Tutto questo se solo ti pensavo. Un giorno se mai ci sarà l’occasione ti racconterò di te! Dell’importanza che aveva solo il sapere che c’eri; ti racconterò dei sogni, ti racconterò come ti sentivi nuda dentro e indifesa, quando leggevo nei tuoi occhi. Un giorno ti racconterò di come ti ho sentita “Mia” senza averti mai avuta. “ Vincenzo Calafiore A parlare di te, sembra tutto scontato, ma non è così. Non è cosa semplice trovare le “ giuste “ parole per raccontare di te, non è facile specie quando incontri la donna di tale bellezza, non l’aspetti e invece accade, con tutta la sua bellezza..e senza rendertene conto ti ritrovi a vivere coi i ritmi del suo cuore. Chissà perché, ma sei capitata sulla mia strada, chissà per quale misterioso motivo io vivo di te, dei tuoi lunghi silenzi, delle tue assenze …. Con le paure di perderti che mi assalgono, e penso che tu sia un sogno, un ologramma affisso nella mente mia, ma sei vera, vera la come la tua anima. Ho pensieri di te in fondo all’anima. All’alba di ogni mio giorno ti cerco, in quelle linee segnate dal pennino, piene di inchiostro; sento la stilografica solcare il foglio, come l’aratro la terra, mentre la mia mente scrive di te, lo fa attentamente e molto lentamente, quasi a scegliere ogni parola, dove mettere una virgola, un punto. A rileggere poi mi vengono i brividi, perché ciò che poco prima mi apparteneva, non mi apparterrà mai più, è una forte condizione, tale da poter udire il battito del tuo cuore, posso perfino vederti mentre pensi, le tue labbra che si muovono in una leggera rapsodia gitana. Finito, mi addormento tra le righe, tra i pensieri, le parole,per svegliarmi mai in te. Ricorderò questo tempo. Quando mi renderò conto che amarti non è stato abbastanza. Ricorderò si i miei giorni vuoti, quando sentivo la vita passarmi addosso senza sentirla dentro. Ricorderò quando mi colpiva,come improvvisa gigantesca onda, mentre tu andavi avanti nel tuo mondo. Ricorderò le emozioni, le lunghe corse per cercare di raggiungerti, quando cercavo di fermare quelle maledette lancette di un orologio implacabile, se ti ho mai amata abbastanza o poco, danzando quella mia rapsodia gitana. Perché verrà il giorno che vorrò tornare indietro perché mi sembrerà di aver vissuto abbastanza. Ci sarà il giorno quando davanti a un tramonto mi fermerò e penserò a te, a quando è stata l’ultima volta che ne ho visto uno con una birra in mano, magari un pò distrutto da una notte che sembrava non finisse mai di scrivere di te. Ricorderò come sarebbe potuto essere la mia vita. E di colpo mi sentirò inutile, come se tutto il tempo della mia vita l’avessi buttato. È così mi renderò conto di essere invecchiato davanti a dei fogli bianchi come la neve, freddi come la mia età con una stilografica tra le dita e occhi stanchi dietro lenti di occhiali. Ma tu diventi liquida, scorri dentro me, in ogni via e viottolo del mio corpo mi rendo conto di non poter fare nulla per opporre resistenza e cado dinanzi ai tuoi seni puntati dritti nei miei occhi. Nuda e pura dinanzi alla perversione che si cela nei miei pensieri … Ad Maiora vita mia! A un certo punto mi apparve chiaro che io non sapevo che scrivere invece di vivere una vita, scrivere per raccontarla, narrarla. E tutto questo un giorno doveva finire. Era come se quel mio sogno da bambino di diventare scrittore si fosse realizzato incontrando gli occhi tuoi! E trasformarmi in una storia da raccontare…. A un certo punto mi sono reso conto che quella storia era la mia vita, e che a furia di raccontare avevo dimenticato come vivere. Avevo il desiderio che qualcuno si accorgesse di me, capace di farmi provare i brividi dell’amore… Che facesse tremare la mia anima con un sussurro e battere il cuore con una carezza. Avevo voglia di qualcuno che mi facesse sentire vivo dentro quel mio bicchiere di neve! Qualcuno che riempisse la mia vita così tanto da non lasciarmi tempo per raccontare, qualcuno ch mi facesse vivere intensamente tutti i miei sogni che avevo solo annotato su una specie di diario nell’anima. E, che la vita stessa è “ mare “ , un mare da vivere intensamente, spasmodicamente, fortemente, desideratamente, inconsciamente, mosciamente; la vita è una bellissima Signora da amare e rispettare, cercarla e desiderarla, la vita è mare e come mare appartenere. E’ un mare che racconta con un suo linguaggio … il linguaggio dell’amore. E’ mare chi non si arrende mai, chi ci riprova sempre, proprio come le onde che infrangendosi contro gli scogli trovano sempre la forza di riprovarci sempre, quelle che cancellano le orme del passaggio sulla sabbia degli incanti, come se io e te non fossimo mai esistiti. E’ mare anche questo, e come l’amore a volte prende e basta, e restituisce a volte dolore. A volte dopo aver superato le difese invade e distrugge tutto: quando finisce un amore è mare che ritorna cattivo! Ma sa anche colmare di amore, donarlo a piene mani, solo che non tutti lo sanno guardare … ed era quello che tanti leggevano nei miei occhi: un mare ribelle, travolgente … come l’amore!