Chi sarà lo sfidante di Trump? Biden in vantaggio su Sanders nel Super Tuesday

Il Super Tuesday anima la corsa alla Casa Bianca. In attesa di conoscere i risultati del Texas, decisivi per l’esito della serata, Joe Biden è in vantaggio su Bernie Sanders al Super Tuesday per scegliere il candidato democratico che sfiderà il presidente Donald Trump a novembre. Tra i 14 Stati in gioco, secondo le proiezioni delle tv USA, l’ex vice presidente di Barack Obama ha conquistato 8 Stati, con una serie di vittorie nel Sud del Paese che dimostrano il forte sostegno di cui gode tra gli afro americani. Il socialista Sanders ha conquistato quattro Stati fino a questo momento, compresa la California che porta in dote il maggior numero di delegati, 415, ma dove Biden conferma di essere “vivo”. A fare la differenza sarà il margine di vittoria perché i delegati vengono assegnati su base proporzionale. Nel 2016 Sanders perse in California di 7 punti contro Hillary Clinton. Il senatore del Vermont ha poi avuto la meglio nel suo Stato, ha conquistato Colorado e Utah ma ha perso Minnesota e Oklahoma, dove sconfisse agevolmente Hillary nel 2016. Biden ha vinto in Alabama, Arkansas, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee e Virginia e Massachusetts. Sanders è primo in Colorado, Utah, Vermont e California. Michael Bloomberg, che in queste ore valuterà il futuro della sua campagna presidenziale, ha vinto solo nel isole di Samoa, guadagnando 5 dei 6 delegati in lizza. Una notte da ricordare. Dopo una notte così Biden può sorridere ed esultare. “E’ straordinario. Ci avevano dato per spacciati ma siamo ancora qui, siamo ancora vivi!”. La corsa verso la nomination democratica è più che mai aperta. La serata si mette subito bene per Biden, con il colpo grosso a sorpresa in Virginia e l’attesa vittoria in North Carolina. Ma via via l’ex vice presidente conquista l’Alabama, l’Oklahoma, il Tennessee, il Minnesota, l’Arkansas, e strappa anche il Massachusetts alla padrona di casa Elizabeth Warren, finita solo terza. Otto stati, otto vittorie, e un testa a testa fino all’ultimo voto in Texas, dove Sanders era favorito. Bernie, che ha atteso i risultati nella sua città di Burlington, può consolarsi con la prevista vittoria in California e il primato nel suo Vermont, più lo Utah e il Colorado. “Sono fiducioso che vinceremo la nomination e sconfiggeremo Donald Trump”, dice ai fan, tra i quali però aleggia la delusione per un risultato decisamente al di sotto delle attese. Niente a che vedere però con l’aria di sconforto che si respira al quartier generale di Michael Bloomberg, per l’occasione in un grande albergo di West Palm Beach, in Florida, a due passi da casa Trump. Il miliardario ex sindaco di New York, al suo debutto alle urne, non sfonda. Non poteva immaginare l’exploit di Biden, arrivato grazie all’appoggio dei neri negli stati del sud e agli endorsement di Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O’Rourke. Così per il magnate dei media è una magra consolazione la vittoria nelle Samoa Americane e il secondo posto in California. E il ritiro potrebbe essere dietro l’angolo. Il vero flop però è quello di Elizabeth Warren, che non si impone né nello stato in cui è nata e cresciuta, l’Oklahoma, né nel suo Massachusetts.