Sai… a volte la vita

“ … se dovessi chiedermi se sono felice mi risponderei: più o meno, forse, non lo sono, non comprendo il senso della tua domanda.. Risposte vaghe come lo è la mia vita che ogni giorno si rappresenta in uno scenario dallo stesso fondale: più o meno! “ Vincenzo Calafiore I tuoi occhi erano così profondi, così belli, non puoi immaginare quanta bellezza c’era dentro i tuoi occhi. Quella sera ti eri vestita e truccata così bella, come una Juliette Greco degli anni novanta … ma te li ricordi gli anni novanta? Apparivi così austera, alta, gli occhi evidenziati da un filo di matita, i tuoi capelli raccolti dietro la nuca da un filo d’argento, così attorno al collo esile, collo da cigno. Entrasti in scena per riprenderti la vita che da tempo t’era sfuggita di mano, all’alba nella tua innocenza, bella, perduta, pensai guardandoti che ti saresti spezzata tanto eri gracile. Rimanesti ferma in mezzo alla stanza, sola come non lo eri mai stata nella tua vita, non sapevi in quale cuore andare, adagiarti , e lasciarti prendere dalle emozioni. Ma l’emozione ti assaliva sempre più, e il tuo viso si illuminò. Le tue radici non erano più in te, né nelle tue vene, né nelle tue arterie, eri emozionata! Arrivasti a me affamata e mutilata…. Io ti rivedo mentre ti passi la punta della lingua sulle labbra, fissando incantata le mie. Qui non c’è più posto per i sogni, c’è la certezza dell’assenza dei sogni, in questa falsa pienezza, ma in questa tua terra ci sono io, ricordi? Vieni via con me? Allungasti le mani, le presi tra le mie una alla volta, non c’era solo la tua solitudine… Se tu ti fossi vista, amore mio, almeno per una volta avresti creduto all’amore, all’emozione. Tutta in nero nella tua bellezza, eri apparsa dagli abissi stessi della tua esistenza come una visione che scatenò in me quel desiderio di fare l’amore, l’unico appiglio alla mia speranza che sempre più si assottiglia. Quella notte di fuoco! La tua intensità mi fece morire, il tuo desiderio mi fece uomo, quanto liquido fluì dal tuo corpo quella notte, come rugiada lo imperlinò. Diluita e sciolta tra le mie braccia, lentamente quella delizia si impadronì delle mie labbra, rimase lì, scese in gola mi invase avidamente, è così che ti amo! Una voglia pazza di viverla la vita, di viverti, per un sempre in fondo all’anima. Una voglia irrefrenabile delle tue labbra… Chissà perché viene voglia di amare, di amarti? Sarà perché conosciamo le percezioni, tutte le percezioni dell’uno, dell’altra e vale la pena di provare a vivere ogni volta sempre più tra le braccia perduti in un lungo bacio. Ma la verità è che è tutto un sogno, che mai più forse si realizzerà; come so che mai è tutto nero o tutto bianco. Se tu solo avessi provato ad amarmi ancora, eri così indifesa quella notte, avrei potuto fare di te quello che volevo, ma è un grande amore, non una mattanza di sesso. Quella notte ci siamo promessi l’amore per sempre, non riuscivamo a staccarci … come la luna dal mare! Seduto davanti alla grande finestra, io fisso il mare che non c’è, rimuginando le cose che un sogno ha lasciato. Penso alle mie stagioni che non ci sono più, all’amore che non c’è più, perduto nelle noti che si librano nell’aria, riempiono d’atmosfera la mia solitudine. E’ Giuseppe Verdi. Mi prendo la testa tra le mani, mentre il desiderio di lei mi strazia il cuore. Guardo l’immagine riflessa , stravolto dal desiderio allungo le braccia… c’è solo il vuoto!