Venezia ha rischiato di affondare: dichiarato stato di calamità

L’acqua alta a Venezia ha raggiunto il picco di 187 centimetri e ha provocato di nuovo l’allagamento della Basilica di San Marco con conseguenze sui mattoni e sulle colonne dell’edificio e anche ai marmi recentemente sostituiti. La Città di Venezia questa volta ha rischiato di affondare, sotto la spinta di un’acqua che con vento di scirocco a 100 chilometri orari ha sfiorato la paurosa soglia dei 190 centimetri sul medio mare. Il picco, alle 22.50 di martedì, è stato di un metro e 87. Tutto il centro storico è stato allagato. Con simili livelli non ci sono passerelle o paratoie davanti negozi che tengano. E’ la seconda misura nella storia della Serenissima, dopo il record di 194 centimetri del 1966. L’acqua, con il buio fitto e la pioggia sferzante, è entrata ovunque. I veneziani hanno assistito attoniti, dalle finestre di casa, o via web, alla laguna che mano a mano entrava nelle calli, nelle piazze, si prendeva i masegni e sommergeva ogni cosa. Il rialzo improvviso della marea è iniziato in serata, quando le previsioni sono state riviste in modo peggiorativo dal Centro maree del Comune: 160 centimetri, poi 170, quindi 180, in una rincorsa che ha lasciato sbigottiti i tecnici e sembrava non finire mai. Fino a 187 centimetri sul medio mare. Una misura da far sfiorare il collasso a Venezia, il secondo livello di sempre. A cambiare tutto è stato il vento, che, sempre da scirocco, al mattino girava ancora da nord est mentre raggiungeva le coste del Veneto. In serata lo scirocco ha iniziato a spirare con raffiche fino a 100 km/h, e ha gonfiato la laguna. Alle 22 Piazza San Marco si presentava deserta e spettrale, sommersa da quasi un metro d’acqua, le onde ad infrangersi sulle colonne di Palazzo Ducale, la Basilica di San Marco, indifesa davanti all’attacco del mare. “Questo è un disastro, questa volta bisognerà contare i danni” ha affermato il sindaco Luigi Brugnaro, mentre in barca effettuava un sopralluogo nell’area marciana, accompagnato dalla polizia municipale e dal personale di Avm. “Stiamo affrontando una marea più che eccezionale – ha aggiunto in un tweet – Siamo tutti mobilitati per gestire l’emergenza”. I danni si conteranno oggi, ma la marea, che riporta agli occhi del mondo il ‘caso’ Venezia, rilancia anche il tema del Mose, il colossale sistema di barriere mobili contro le acque alte che attende ancora di essere ultimato, e lascia Venezia in balia di catastrofi naturali come questa. Tutte le scuole di Venezia e delle isole resteranno chiuse. Il sindaco ha annunciato che chiederà lo stato di calamità naturale per la città. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha attivato l’unità di crisi della Protezione civile. Si temono gravi ripercussioni su tutta la laguna, mentre sono segnalate condizioni di allarme sull’intera costiere veneta e, per la forte pioggia, preoccupano le situazioni dei fiumi, in particolare del Piave. La Regione ha attivato anche i collegamenti con il Dipartimento della Protezione civile nazionale e con il Comando dei Vigili del fuoco. Oggi arriverà alla sala operativa regionale, a Marghera, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli.

Una vittima, vaporetti affondati

AGGIORNAMENTO – Nella notte c’è stata anche una vittima. Si tratta di un anziano di 78 anni morto fulminato sull’isola di Pellestrina, una delle lingue di terra che dividono Venezia dal mare, per un corto circuito elettrico innescato dalla marea che gli era entrata in casa. Tre vaporetti sono affondati a Riva degli Schiavoni e in varie zone della città si sono registrati black-out, specialmente al Lido e in Campo Santa Margherita.