Uno sguardo oltre il buio: scoprire il mondo di chi non vede

L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della sezione di Vibo Valentia, ha in cantiere tanti progetti e attività, per illuminare il futuro dei tanti che vivono la disabilità visiva, ma anche dei vedenti. Domenica, per festeggiare San Martino, importante appuntamento per raccontare la storia e i profumi del vino.  “Guardare lontano”. Un motto che si attaglia al lavoro portato avanti dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI), sezione territoriale “Giovanni Barberio” di Vibo Valentia. Potrebbe apparire paradossale, ma ascoltando il presidente Rocco De Luca e il segretario Paolo Masseria, e i progetti e le attività che hanno già messo in cantiere e quelle che guardano al futuro, si comprende come stiano gettando il cuore oltre l’ostacolo. Ed è il caso di osservare che il loro cuore ha un occhio che vede in profondità, come l’esperienza degli antichi Aedi immaginati senza vista e considerati figure sacre, profeti e rapsodi, che sono stati custodi e artefici della grande memoria collettiva confluita nei poemi omerici. O dell’indovino Tiresia, la cui storia è stata raccontata da Andrea Camilleri al teatro antico di Siracusa(11 giugno 2018) in una delle sue ultime straordinarie creazioni, in cui lo scrittore siciliano scomparso in estate è stato protagonista anche come interprete della mitica figura di Tiresia, che appare nel X canto dell’Odissea. E non è solo “un viaggio tra le ombre” quello che tante persone compiono quotidianamente, come recitava l’adagio dell’incontro formativo che si è svolto il 14 ottobre, nell’aula magna dell’Ipseoa “E. Gagliardi” di Vibo Valentia. E spesso accade che la vera cecità si manifesta in chi crede di vedere. Ce lo rammenta l’etimologia della parola verità “far venire alla luce ciò che è nascosto”. Ed è stato Platone, con il mito della caverna, che ci ha svelato come gli uomini vedono solo ombre. Anche Buddha ha dato luce alla verità insegnando cosa significhi osservare ed essere in contatto con la realtà: “Amici, il loto nella mia mano è reale solo per quelli di voi che dimorano in consapevolezza nel momento presente. Finché non sarete ritornati al momento presente, il fiore non esisterà davvero. Vi sono persone che attraversano una foresta di alberi di sandalo senza vederne neppure uno. La vita è colma di sofferenza, ma racchiude anche molte meraviglie. Siate consapevoli, e vedrete sia la sua sofferenza sia la sua meraviglia… Essere in contatto significa incontrare la vita, vederla in profondità.” Con questo spirito l’UICI (sezione territoriale “Giovanni Barberio” di Vibo Valentia), è sempre attiva e impegnata con una serie di iniziative nel campo sociale, culturale e formativo, come quella che si svolgerà domenica prossima, 10 novembre, che ha come tema il vino, in vista della festa di San Martino. L’incontro che si è svolto nella sede dell’Ipseoa “E. Gagliardi” di Vibo ha visto protagonisti gli allievi provenienti dall’Unical impegnati nel Tfa che stanno effettuando il tirocinio nell’istituto “Gagliardi”, rivolto non solo ai tirocinanti, ma anche ai loro tutor, ai docenti di sostegno, agli educatori e agli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Il seminario organizzato dall’Istituto alberghiero “Gagliardi” in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Vallelonga, si è proposto di affrontare le principali problematiche educative e formative dell’alunno con disabilità visiva nella scuola dell’inclusione: tiflopedagogia, modelli, metodi, prassi, strumenti”. A presentare gli ospiti il dirigente scolastico Pasquale Barbuto, sensibile alle problematiche di carattere sociale e aperto alle istanze del territorio da parte delle associazioni di volontariato. Egli ha messo in rilievo la necessità che la scuola si attrezzi per dare risposte sempre più specifiche ai bisogni educativi e didattici degli alunni che vivono i problemi legati alla disabilità visiva. Nel suo intervento ha ricordato come le nuove tecnologie aiutino moltissimo i non vedenti ed è per questo che si richiede ai docenti di sostegno una formazione idonea. Inoltre ha sottolineato l’importanza del rapporto con l’Unione italiana ciechi e l’esperienza diretta con chi vive i problemi. Ad introdurre l’incontro Paolo Massaria il quale ha spiegato di che cosa si occupa l’associazione, tutti i servizi che ha attivato nel corso della sua attività e che la finalità principale è quella di dare sostegno alle famiglie che si trovano ad affrontare questo problema con il fine principale di rendere sempre più autonomo il non vedente sia in famiglia che nei luoghi di lavoro, e quindi poter avere una vita possibilmente normale. Ha ricordato inoltre che l’Organizzazione mondiale della sanità ha considerato questa disabilità la più grave che possa colpire una persona. Con una metafora ha messo in rilievo come ogni situazione deve essere osservata dalla giusta angolazione, perché, se sappiamo guardare, anche il nero può cambiare colore. Per questo l’Unione italiana ciechi da quando è nata porta avanti una serie iniziative sia sotto il profilo sociale che formativo. Ha rammentato infatti che il 22 ottobre scorso è stata inaugurata l’VIII edizione di “Camminare al buio”. Sono degli incontri per divulgare il Braille, il sistema di scrittura e di lettura per non vedenti, e due corsi sulla Tiflologia (scienza che studia le condizioni e le problematiche delle persone con disabilità visiva, per trovare soluzione alla loro piena integrazione sociale e culturale). Poi ha ricordato le normative vigenti per quanto riguarda l’inclusione scolastica, che prevede la conoscenza del linguaggio Braille per gli insegnanti di sostegno. Il presidente Rocco De Luca, ha esordito con una affermazione disarmante, sottolineando di essere felice della sua condizione di non vedente grazie all’istituzione della sezione territoriale di Vibo Valentia dell’UICI, oggi intitolata a Giovanni Barberio, che è stato il suo primo presidente, e ha voluto ringraziare il preside Barbuto per la sensibilità che ha sempre dimostrato verso l’Unione ciechi, condividendo il vissuto. Nel suo intervento ha raccontato la sua esperienza, quando a 20 anni ha perso definitivamente la vista. In quei momenti ha vissuto il dramma di sentirsi “sepolto vivo in casa”, ma grazie all’UICI, ha osservato, “mi sono sposato e ho 2 figli e ho potuto così sperimentare l’integrazione portando avanti una famiglia lavorando. Questa è una disabilità che fa paura – ha ancora sottolineato De Luca – perché non si sa come comportarsi”. Tra i suoi ricordi anche una esperienza scolastica in cui l’insegnante di sostegno si avvicina e gli mette sul banco una penna e un foglio per scrivere: “Ecco la necessità della formazione – ha ripreso il presidente dell’Unione Italiana ciechi e ipovedenti di Vibo – per non umiliare chi vive questa disabilità”. Lo scopo fondamentale è quello di mettere nelle condizioni di essere autonomi, perché chi ha voglia di studiare può raggiungere traguardi importanti come tutti gli altri. Poi ha raccontato la storia di Braille, un ragazzino che all’età di 3 anni perde la vista. È stato chiuso in un istituto per ciechi, vivendo lo stigma sociale e culturale. Il sistema che poi porta il suo nome lo scopre a 20 anni: “E’ con questo linguaggio che ha fatto vedere il cieco”. Inoltre De Luca ha ricordato che è stato Aurelio Nicoladi nel 1920 ad istituire l’UICI, dopo aver perso la vista durante la prima guerra mondiale. Ed è grazie a questa associazione che iol cieco non è più ghettizzato ed emarginato. Intanto un altro importante appuntamento, come sotolineato, si svolgerà il domenica a San Costantino Calabro (ristorante il Gazebo) con inizio alle ore 10, per festeggiare San Martino, con una giornata dedicata ai “profumi del vino” organizzato insieme all’Associazione italiana Sommelier, con il supporto dell’Ipseoa “E.Gagliardi” di Vibo. La manifestazione avrà due momenti, uno prettamente culturale con un convegno sulla storia del vino sia nella cultura, nella storia che nelle tradizioni e nella gastronomia della Calabria con gli interventi della scrittrice Teresa Pugliese, autrice di  una “Storia della cultura alimentare nella Calabria Romana. La civiltà a tavola: quando il cibo diventa cultura”  (edito da Albatros Edizioni nel 2018), di Maria Rosaria Romano (presidente A.I.S. Calabria), di Vincenzo Loiero (Nutrizionista Clinico) e di Attilia De Vito (delegata A.I.S. Vibo). Ad introdurre l’incontro il presidente dell’UICI Rocco De Luca; l’altro enogastronomico con degustazione sia di vini che di prodotti tipici. Coordina i lavori del convegno il giornalista Maurizio Bonanno. Il secondo momento prevede la degustazione dei vini e il pranzo di San Martino con l’animazione del cabarettista attore Piero Procopio e del cantastorie Franco Pontoriero. Una giornata ricca di momenti e di presenze come la partecipazione dell’associazione “Koktails and dream” e del pittore e scultore Tonino Demani di San Costantino durante nel corso del convegno realizzerà un quadro a tema dipinto con vino.