Casali del Manco (CS). Intervista a Salvatore Iazzolino, Capogruppo Consiliare di “Voci in Cammino”- Comune di Casali del Manco: “ Impegnati, strenuamente, a difendere i presupposti cardine della Fusione ”!

Il già Sindaco di Casole Bruzio, Salvatore Iazzolino, all’attualità capogruppo consiliare di minoranza, nel neo Ente Locale Casalino, ha voluto sintetizzare al nostro Giornale, con alcuni interrogativi, l’essenza della sua riflessione-intervista: “Sarebbe bello partire-considerandolo un obiettivo prioritario -da un’indagine del territorio. Facciamo un esempio. A Casali del Manco c’è un dato allarmante: lo spopolamento. Il nostro paese si spopola a ritmi più accelerati ed in proporzioni maggiori rispetto alla Calabria, ultima Regione d’Italia per saldo migratorio. Come fare per fronteggiare questo esodo? Quali sono le politiche abitative che si vogliono adottare? Come combattere questo fenomeno che nasce da bisogni economici, sociali e lavorativi “?

Salvatore Iazzolino, Capogruppo Consiliare “Voci in Cammino, già Sindaco del Comune di Casole Bruzio,oggi Casali del Manco (CS)

 Lei nell’originaria Comunità di Casole Bruzio – oggi una delle 5 municipalità che ha dato corpo e sostanza alla fusione per il neo Ente Locale presilano, Casali del Manco – ha svolto il ruolo di primo cittadino per oltre una consiliatura, a parte il ruolo di artefice e coordinatore di un movimento di cittadini attivi, che si sono ritrovati nell’organismo civico “Voci in Cammino” che ha partecipato, appunto, alla 1^ consultazione del Comune Unico. Può assicurare al nostro Giornale una riflessione su quest’esperienza ? E’ stata un’esperienza straordinaria che mi ha arricchito, soprattutto dal lato umano. Ciò che porterò per sempre dentro di me di quell’ esperienza sono le persone, i tanti giovani ai quali credo di aver restituito entusiasmo, voglia di partecipazione, di mettersi in gioco per una causa comune. Non le opere, gli obiettivi raggiunti, pur fra enormi difficoltà, i riconoscimenti personali e collettivi, ma le persone. Ricordo con un pò di commozione gli abbracci, le strette di mano, i sorrisi, le richieste e le offerte di consigli, gli elogi e anche le critiche. Sono stati sei anni straordinari durante i quali i cittadini, tutti i cittadini, si sono sentiti parte attiva di un progetto collettivo che ha consentito a Casole Bruzio di imporsi all’attenzione della cronaca nazionale per aver perseguito, con caparbietà e costanza, alcune buone pratiche. Può indicarci, con più elementi, la peculiarità del suo intenso mandato amministrativo ? Certamente! Ho sempre assecondato il desiderio di partecipazione: ho fatto il Sindaco cercando di rimanere aperto, accessibile, mai distante; ho sempre mantenuto la porta aperta. Ho incontrato, ricevuto, parlato e discusso con tutti. In ufficio, per strada, ovunque. Unire e mai dividere: questi i miei motti, perché ho sempre creduto che una comunità debba unirsi ed essere coesa se vuole crescere. A tal proposito, si può tranquillamente affermare, senza timore di essere smentiti, che nei miei sei anni di amministrazione c’è stata una sorta di gestione collettiva in cui ogni cittadino si sentiva protagonista. Eppure sono stati anni turbolenti: la crisi economica che ha sconvolto l’intero Paese, la spending review, i tagli indiscriminati agli enti locali, una situazione finanziaria che per Casole Bruzio agli inizi del 2011 era drammatica, prossima al collasso. Sulla base di questa esperienza ho poi fondato “Voci in Cammino”, un movimento politico-culturale finalizzato alla costruzione di uno spazio di discussione aperto, propositivo, plurale e comune.

Il Polo Sanitario della Loc.Casole Bruzio – Casali del Manco (CS). Sull’apertura di questa importante Struttura, al servizio dei cittadini, c’è stato un tenace impegno istituzionale da parte di Salvatore Iazzolino -Sindaco – prima della Fusione

Com’è pervenuto a questa definizione? Siamo a conoscenza che non è un mero slogan…! Un movimento nato per rispondere al desiderio di partecipazione dei cittadini sul modello di ciò che si era realizzato. Gli obiettivi che il movimento si è posto, e si pone tutt’ora, sono di carattere sociale e culturale, intendendo operare per la costruzione di una Comunità attiva che elabori la realtà in cui è calata, con le sue storture, ingiustizie e contraddizioni e tenda al miglioramento delle condizioni sociali ed umane. Guardi, troppo spesso, nelle formazioni classiche presenti nella società, ci si dimentica dell’elemento essenziale: l’uomo ed il suo bisogno di comunità. E con questo spirito ci siamo candidati a guidare il neonato comune con gli esiti che noi tutti conosciamo. A circa 500 giorni dall’attività amministrativa di Casali del Manco, due fatti appaiono salienti per il peso e, soprattutto, per l’evoluzione prospettica che dovrebbero garantire per assicurare una nuova impronta al vasto comprensorio casalino che, di fatto, annovera un’ampia estensione di territorio silano: il riferimento è al Documento “DUP” ed al nuovo Statuto comunale… Sul DUP e sullo Statuto comunale ci siamo ampiamente espressi. Per ciò che concerne il Documento Unico di Programmazione, approvato dal Consiglio comunale, c’è da fare un appunto: è stato concepito e approvato come se fosse un’appendice di un programma elettorale. Già in Consiglio comunale abbiamo espresso forti perplessità, denunciando le lacune che questo documento presenta e degli effetti negativi – o dei non-effetti – che gli errori o le carenze di programmazione possono produrre. Ad una sua attenta analisi, infatti, è possibile verificare che il documento altro non è che una semplice enunciazione di principi astratti e generalissimi, ma totalmente privo di applicazione pratica al nostro territorio. Il documento di programmazione, al contrario, non dovrebbe coincidere, né nella sostanza né nella forma, con un programma elettorale in cui vengono sciorinati gli intenti di una forza politica che si propone di amministrare un Comune, bensì dovrebbe partire da un’analisi oggettiva della situazione economica, sociale e geografica del territorio. Pensare al suo tessuto produttivo, evidenziare le difficoltà che lo ammorbano per programmare misure di intervento che siano in grado di aggredire e risolvere i problemi. Questo documento non fa nessuna di queste cose. L’analisi del territorio che si amministra dovrebbe partire dal sistema produttivo: quali sono i settori strategici di sviluppo? Quali i potenziali distretti da valorizzare? Quali mancanze impediscono al nostro territorio di decollare? Con quali strumenti si può far fronte alle difficoltà? La maggioranza invece annuncia progetti di educazione linguistica e di internazionalizzazione dei percorsi di studio! Ma pensa di essere il MIUR?

Casali del Manco (CS) – Loc.Casole Bruzio – Il Magnifico Complesso Monumentale – Chiesastico di Santa Marina

La delegazione consiliare, che Lei rappresenta, ha un’idea complessiva su come si dovrebbe procedere? Le faccio un esempio concreto. Il nostro territorio è diviso tra un’economia del terziario (servizi ed attività) ed un apparato produttivo primario prevalentemente agricolo (inerente la produzione di beni e materie prime). La carenza principale, invece, riguarda il settore secondario, ossia la trasformazione delle materie prime in prodotti finiti e la vendita. In questo caso, il passaggio dal bene primario alla merce viene esternalizzato, è un processo che si svolge perlopiù fuori dalla nostra terra. Comprendere come risolvere questo problema è essenziale per la nostra micro-economia, per due ragioni: la prima è rappresentata dalla competitività dei prezzi e la valorizzazione del valore aggiunto. Se abbandonate al circuito del valore dell’economia globalizzata, le merci prodotte nel nostro comparto agricolo sono costrette a competere sul versante del prezzo. Un possibile rimedio potrebbe essere quello di ridurre la lunghezza della filiera, cercando il più possibile di aggredire la principale carenza del nostro territorio, ossia quella del settore secondario, rendendo possibile oltre alla creazione di beni, anche la trasformazione, la distribuzione, e la commercializzazione e fornitura di un prodotto finito. E veniamo alle ricadute. Questo passaggio permetterebbe di valorizzare un processo interno di filiera esplosiva ed implosiva: partendo dal prodotto finito si potrebbero valorizzare tutti i singoli prodotti che hanno contribuito, localmente, alla sua realizzazione, ed al contrario, partendo da una prodotto di base si potrebbero valorizzare tutti i suoi potenziali derivati. Un altro grande tema – a mio giudizio – è quello della micro-impresa e della specializzazione produttiva. Quali sono le risorse naturali e paesaggistiche da valorizzare? Come si può sostenere l’attività dei nostri territori silani, che non coincidono soltanto con la località di Lorica? Quali e quante risorse sono da destinare ad essi? Come valorizzare la produzione di merci ad alto valore aggiunto dei nostri territori? Quali sono le soluzioni pratiche ed operative proposte dalla maggioranza per fronteggiare questi problemi? Ad oggi non se ne vedono. La maggioranza è ancora incagliata in una prospettiva micro-amministrativa, attenta alla gestione dell’ordinario senza alcuna prospettiva di sviluppo ad ampio raggio e senza capacità programmatoria sulle grandi questioni. Così sta facendo fallire tutti i propositi del comitato del Sì alla fusione, primo tra tutti la valorizzazione delle risorse interne: con i 5 comuni separati molti servizi principali (trasporto scolastico, mensa scolastica, letture dell’acqua) erano gestiti all’interno, ora sono esternalizzati. Di questo passo anche tutti gli altri nobili propositi andranno incontro ad un fallimento certo, e le speranze riposte nella fusione annegheranno con essi. Sullo Statuto, invece, che giudizio complessivo si sente di esprimere ? Anche per lo Statuto è stata applicata la stessa regola: una costante opera di copincollatura di articoli, commi, principi senza la benché minima attività di interrogazione del territorio. Nelle innumerevoli riunione di Commissione, l’unica preoccupazione è stata la stesura materiale dell’articolato senza alcuna elaborazione politica e programmatica: non sono state ascoltate le associazioni di categoria, i commercianti, il mondo della scuola e del volontariato, non è stato ascoltato il mondo del lavoro e dell’impresa, i professionisti, i movimenti e i partiti politici che non fossero allineati sulle posizioni dell’amministrazione. Un errore grave perché lo Statuto avrebbe potuto rappresentare l’occasione per dare un impulso forte alla costruzione di una sensibilità comune che ancora tarda ad affermarsi.

Altopiano Silano – Il Comune di Casali del Manco (CS) ha nella sua giurisdizione un vasto territorio in aree silane

Lei, con il suo gruppo consiliare, garantisce l’asse dell’opposizione istituzionale ad una maggioranza che trova la sintesi in un Esecutivo presieduto dal Sindaco, Nuccio Martire… Guardi, questo primo anno e mezzo di amministrazione è stato per noi di attesa e di osservazione. Siamo stati fin dall’inizio consapevoli delle difficoltà che avrebbe incontrato la prima amministrazione di Casali del Manco: un comune vastissimo, per di più nato da fusione, la fretta e l’approssimazione che, a mio avviso, hanno presieduto all’intero processo, la mancanza di un piano operativo preordinato (il famoso  piano di fattibilità), l’inesperienza della maggior parte degli amministratori hanno indotto il nostro gruppo consiliare ad attendere, a osservare, ad aspettare che la maggioranza terminasse il rito di iniziazione, il periodo di apprendistato e cominciasse ad amministrare. Oggi ci rendiamo conto che se non siamo all’emergenza poco ci manca: scarsa trasparenza (una richiesta di accesso agli atti viene evasa, quando viene evasa, con fortissimo ritardo rispetto ai tempi imposti dalla legge), una continua opera di esternalizzazione dei servizi (pubblica illuminazione, sfalcio erba e pulizia strada, servizio di accompagnamento sugli scuolabus, elaborazione delle fatture del servizio idrico, rifiuti), una gestione dissennata dei lavori pubblici, l’ aumento considerevole delle tariffe e delle aliquote in alcune località, scarsa presenza sul territorio. Un mix esplosivo che di fatto ha già portato al fallimento di tutti i propositi della campagna referendaria. Fin qui ha elencato diverse negatività! Ci dica, con tutta sincerità, se il neo Comune Presilano,  potrà candidarsi ad un futuro capace di rappresentare ed affrontare le reali esigenze ed aspettative del Territorio e, quindi, della Comunità…? Le racconto un aneddoto: un giorno mi chiesero un appuntamento i promotori del processo di fusione, il nucleo originario del MPU che diede avvio al processo attraverso la raccolta delle firme. Alle mie legittime obiezioni, risposero con un candore degno della Vergine Immacolata: “Con il comune unico  il servizio di raccolta dei rifiuti sarà svolto con personale proprio  (mi avevano sommerso di carte, modelli di auto compattatori, Porter, simulazioni), si realizzerebbero forti economie di scala, diminuirebbero i costi del personale, dei servizi…. La rappresentanza verrebbe garantita dalla costituzione dei Municipi, i servizi potenziati con il decentramento degli uffici. Dal punto di vista dell’ordine pubblico, si potrebbe chiedere l’istituzione di una Tenenza, una sezione staccata della Guardia di Finanza. Ora che l’obiettivo è stato raggiunto e che quei ragazzi hanno la loro rappresentanza in senso al Consiglio comunale, mi chiedo: “Di fronte allo scenario che abbiamo davanti, dove sono andati a finire, perché l’entusiasmo di quei giorni si è sopito? Realismo, ineluttabilità dei processi o altro?”. Mi piacerebbe un giorno ascoltare la loro risposta. Perché questa lunga divagazione? Per introdurre il significato del nostro ruolo che è quello di: “guardiani della rivoluzione”: denuncia politica, individuazione delle storture, richiamo costante ai principi costitutivi della fusione, incentivo ad una visione complessiva del futuro della nuova realtà amministrativa”. Se me lo avessero detto qualche tempo fa avrei riso a crepapelle: il più critico, quello da tutti additato come uomo della poltrona per aver sollevato dei dubbi, che si trasforma in “guardiano della rivoluzione”. A tal proposito cito un passo di un articolo del mio caro amico Francesco Scanni: “… a difendere quell’idea, quell’utopia per l’appunto, adesso sono rimasti solo coloro che non appartenevano alle file dei  custodi delle verità indiscutibili”. Il ruolo di Voci in Cammino oggi è questo! Lei è storicamente molto attento e sensibile a quelle che si definiscono politiche del territorio e dei servizi di pubblico interesse. Anni addietro è stato l’artefice del Comune ‘Riciclone’ per la questione della gestione dei rifiuti urbani… Oggi la nostra sfida è di contribuire alla costruzione di una comunità sostenibile, fornendo servizi in grado di migliorare la vita delle persone e dell’ambiente, con una visione del futuro volta a promuovere comportamenti virtuosi. A mio avviso, occorre superare definitivamente l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione di carattere ambientale e si deve assumere una visione più ampia e integrata dell’idea di uno sviluppo sostenibile della società.

Casali del Manco (CS) – Località Casole Bruzio – Una veduta panoramica vista dall’area di Serra Pedace

Quale deve essere la sfida che dovrebbe affrontare Casali del Manco? Partiamo da una premessa: si stima che entro il 2030 il 60% della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani: circa 4,9 miliardi di persone. Se la vita delle persone si concentrerà sempre più nelle aree urbane è chiaro che questi luoghi dovranno essere progettati e organizzati secondo modelli che permettano una qualità di vita adeguata. La nostra sfida deve essere quella di contribuire alla costruzione di comunità sostenibile, fornendo servizi in grado di migliorare la vita delle persone e dell’ambiente, con una visione del futuro volta a promuovere comportamenti virtuosi. Per questo motivo c’è bisogno di concepire  la raccolta dei rifiuti all’interno del paradigma dell’economia circolare, nel quale nulla va sprecato ma tutto viene rimesso in circolo, per abbattere gli sprechi e il consumo di materie prime. Attraverso il ciclo virtuoso della raccolta differenziata il rifiuto diviene risorsa e si riducono i materiali da destinare alla discarica, limitando lo sfruttamento di risorse naturali non rinnovabili. Una raccolta differenziata attenta e capillare è un primo passo verso la costruzione di un’economia sostenibile. Per costruire una comunità sostenibile è importante condividere con le giovani generazioni una visione del futuro. Pensiamo che il modo migliore per diffondere i temi della sostenibilità non passi attraverso una serie di divieti e prescrizioni, ma piuttosto per la costruzione di un immaginario comune. Bisogna investire nelle scuole per stimolare l’immaginazione dei ragazzi sui temi del riciclo e della riduzione degli sprechi. C’è bisogno di organizzare laboratori per informare i ragazzi e invitarli ad essere parte attiva nella promozione dei temi legati alla salvaguardia ambientale e alla sostenibilità. Le situazioni di contesto ci impongono di rafforzare il nostro impegno e di immaginare nuovi scenari futuri. Bisogna lavorare costantemente per migliorare la quantità e qualità della raccolta differenziata sul territorio nel quale operiamo con un obiettivo molto chiaro: evitare lo spreco e la dispersione, avviare al riciclo tutti rifiuti raccolti perché tornino a vivere come nuova materia prima. Sappiamo che differenziare i rifiuti non è sempre facile per i cittadini, spesso a causa di un sistema produttivo che pone ancora troppa poca attenzione a questi temi e realizza imballaggi con materiali misti e difficili da distinguere. Per questo dobbiamo impegnarci in campagne di informazione per aiutare i cittadini a una corretta raccolta. A tal proposito, potrebbe essere utile un’APP che consenta di avere sempre a portata di mano le informazioni necessarie per una corretta raccolta differenziata. Sappiamo tuttavia che non possiamo limitarci a questo ma dobbiamo immaginare un modello di società e di economia differente. Abbracciare il paradigma dell’economia circolare significa non solo avviare al riciclo i rifiuti ma anche iniziare a ridurne sensibilmente la produzione e cambiare le nostre abitudini. Perché non incentivare ad esempio le imprese operanti in Casali del Manco a produrre imballaggi green utilizzando parte del Contributo straordinario? Casali del Manco è pronto ad affrontare questa sfida? Le rispondo fornendole un dato: rispetto al 2017 la produzione di rifiuto indifferenziato  è aumentata nel 2018 di 275 tonnellate. Il danno è doppio: ambientale, perché  il rifiuto indifferenziato è quello che va in discarica, ed economico perché si sottrae materiale all’economia circolare e perché il comune deve sostenere i costi del conferimento in discarica. Purtroppo, se l’Assessorato all’Ambiente viene gestito in maniera “amatoriale” questo è il risultato!

Salvatore Iazzolino – Capogruppo “Voci in Cammino” – Casali del Manco (CS). Un suo contributo ad un dibattito TV: L’ Agenda della Politica Calabrese”

Parliamo della vita sociale della Comunità: i giovani e gli anziani! Lei sui temi che riguardano ed investono questa ‘Pianeta’ non ha mai risparmiato energie… Partiamo dagli anziani, citando alcuni dati: nei prossimi anni, gli anziani saranno sempre di più e aumenterà anche l’aspettativa di vita. Se i dati Istat ci dicono che il numero di anziani aumenta progressivamente, la maggiore longevità, l’invecchiamento della società e le migliori condizioni di salute anche in età avanzata ci rilevano, di fatto, lo svolgersi di una vera e propria rivoluzione, intesa come reinterpretazione delle fasi della vita e, con essa, un cambiamento degli stili di vita, dei consumi, delle aspettative personali e delle rappresentazioni sociali dei nuovi ultra sessantenni. Le generazioni che una volta non si esitavano a definire “anziane” oggi, invece, necessitano non solo di nuove parole per rappresentarle, come “senior” o “giovani anziani”, ma anche di una prospettiva completamente nuova per capirle. E’ quello che oggi viene definito: Invecchiamento attivo, che significa invecchiare in buona salute, partecipare appieno alla vita della collettività e sentirsi più realizzati nel lavoro, in poche parole vuol dire essere più autonomi nel quotidiano e più impegnati nella società. Di fatti, tra i 65 e i 75 anni, quando sicuramente non si è più in fase adulta, si sperimenta una vita che, per abitudini, condizioni fisiche, consumi, aspettative, non rientra ancora in quella dei canoni tradizionali dell’anziano. I senior sessantenni e settantenni sono, quindi, in una condizione di esplorazione di questa fase della loro vita. Di fatti, tanto i protagonisti di questa età, quanto il resto della società, si interroga sulle caratteristiche e sul ruolo di questa nuova fase della vita. Ne consegue che l’invecchiamento non è più un processo che si svolge solo a livello individuale e biologico, ma è simbolicamente e socialmente costruito. Ma se è la società con i suoi individui a determinare lo stereotipo di “anziano” o di “giovane anziano”, allora stupirà ancora di più sapere che oggi, a differenza del passato, il contrasto fra giovani e anziani si pone non tanto sul piano della cultura e dei modi di vivere quanto su quello economico e social. I giovani di oggi si trovano in un mondo ancora diverso rispetto a quello dei loro genitori, lontanissimo da quello dei loro nonni. Basti pensare all’utilizzo del computer o del cellulare, dei siti Internet, del televideo. Senza andare a toccare parabole satellitari, connessioni wireless o i social network. L’acuirsi di tale distanza, però, non si è accompagnata necessariamente ad un acuirsi della conflittualità sociale in termini generazionali. E’ necessario quindi che il comune di Casali del Manco si faccia promotore di una serie di progetti per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del contributo che le persone anziane possono dare alla società, proponendo un’interazione costruttiva e educativa con le giovani generazioni, che permetta una valorizzazione culturale dei due mondi.

Casali del Manco (CS) – Territorio silano: eco-sostenibilità e programmi di sviluppo armonico per esaltare le peculiarità di un prezioso Territorio

C’è un mondo che molto l’appassiona e sul quale concentra cospicue energie: la Scuola. Lei è anche docente impegnato negli Istituti superiori. A Casali del Manco, questo mondo, in che considerazione è tenuto ed in che prospettiva Lei ritiene debba essere collocato…! Per ciò che concerne la Scuola, Casali del Manco ha commesso un gravissimo errore che farà sentire i propri effetti negli anni a venire: l’istituzione di due istituti comprensivi che a stento manterranno l’autonomia. Premetto che forte è la convinzione che una questione che riguarda la formazione dei nostri figli meriterebbe ben altra attenzione e ben altro approfondimento. I potenziali effetti di un processo di riorganizzazione dell’assetto scolastico, infatti, avrebbero potuto essere più facilmente colti e suggeriti da chi si occupa quotidianamente delle questioni riguardanti l’istruzione e l’organizzazione della stessa nel nostro territorio, con tutto il carico di servizi e strutture ad essa connesso. Per quel che riguarda il merito, innanzitutto, preme  evidenziare il tradimento dello spirito che ha animato tutto il processo di fusione. Se obiettivi quali la razionalizzazione e la programmazione della spesa, l’efficientamento dei servizi, l’accesso a fonti di finanziamento più cospicue, l’uniformità di gestione e di decisione sono valse per il comune, non si vede il motivo per cui non debbano valere anche per la scuola. Anzi, devono maggiormente valere per la scuola, proprio per il delicato compito a cui assolve. Senza dimenticare che parte della campagna referendaria è stata giocata sulla possibilità di ottenere una riduzione dei costi (gas, luce, trasporto, ecc.), l’eliminazione degli sprechi legati alla duplicazione dei servizi e il miglioramento dell’offerta didattica. Un’idea-progetto su come far procedere l’Organizzazione degli interventi didattico-educativi? Riguardo all’organizzazione didattica, un Istituto Comprensivo di grandi dimensioni, è preposto a garantire, dal punto di vista dell’offerta formativa e dell’organizzazione dei servizi: a) – una maggiore stabilità delle cattedre perché l’orario del docente si completerebbe all’interno di un unico istituto senza subire il frazionamento per indisponibilità delle ore. Questa maggiore stabilità ridurrebbe, pertanto, il rischio di assistere ogni anno al cambio degli insegnanti e assicurare quella continuità che è condizione preliminare al dispiegarsi di più incisive strategie didattiche ed educative; b)- la possibilità di ottenere un numero maggiore di docenti di varie discipline da utilizzare come organico potenziato. Avere più docenti di varie discipline a disposizione significherebbe lavorare in maniera più incisiva sui ragazzi in difficoltà e sulla valorizzazione delle eccellenze; c) – un migliore coordinamento dei servizi ed una considerevole riduzione dei costi per effetto dell’aumento dell’efficienza; d) – la possibilità di accedere a maggiori finanziamenti da reinvestire nella programmazione di interventi didattici a beneficio degli alunni; e. un’omogenea e pertanto più efficace opera di orientamento che faciliterebbe la nascita di un Istituto di Istruzione Superiore per come meritoriamente richiesto dal Commissario Prefettizio al Presidente della Provincia. Da ultimo, certamente nella scala valoriale-etico-formativa, la Scuola svolge,da sempre, un importantissimo ruolo di collante sociale tra le persone e rappresenta la prima istituzione, insieme alla famiglia, che forma il cittadino di una determinata realtà sociale. Per un territorio che si vuole unito, non solo burocraticamente, ma soprattutto socialmente e spiritualmente, formare le future generazioni in un unico Istituto è la premessa essenziale alla formazione dell’identità comune. Come vede, si tratta di argomenti che necessitano, a nostro avviso, di una maggiore apertura al territorio e un coinvolgimento di chi opera nel settore ormai da anni. L’auspicio è che si ripari all’errore. Da Casali del Manco (CS), 29 /X/2019