Rinvio Brexit. Boris Johnson è ko e punta ad elezioni entro dicembre

Incapace di ammettere la sconfitta. Boris Johnson è pronto a scartare il suo stesso accordo di Brexit e a convocare elezioni “entro dicembre”. Nuove minacce da BoJo nel suo discorso a Westminster, in occasione del cosiddetto voto di seconda lettura del suo patto con la Ue. Il verdetto consentirà ai deputati di esprimere se sono d’accordo o meno con i principi dell’intesa siglata tra UK e Ue. Johnson era già convinto di mettere ai voti la sua intesa sabato 19 ottobre, ma un emendamento presentato dal deputato indipendente Letwin e approvato a maggioranza dai parlamentari lo ha costretto a chiedere un rinvio di 3 mesi rispetto alla scadenza ufficiale per il via alla Brexit del 31 ottobre. Il 21 ottobre il premier ha chiesto un nuovo voto sull’intesa. Respinto dallo speaker John Bercow perché il testo presentato era “sostanzialmente identico” a quello bloccato un paio di giorni prima a Westminster. Oggi la giornata parlamentare sarà scandita da due voti diversi e consequenziali sulla Brexit. Il primo, in agenda per le ore 20 italiane, chiederà ai deputati di dichiarare se approvano o respingono i “principi” dell’accordo siglato da Johnson con i partner europei. Il secondo, in programma subito dopo, chiederà il via libera per un’approvazione dell’intero pacchetto nell’arco di tre giorni, inclusi il dibattito e la presentazione di emendamenti. Gli analisti si aspettano che il parlamento dia il suo ok ai principi dell’accordo, ma bocci la richiesta di “compattare” l’intera procedura tra il 22 e il 24 ottobre. L’iter legislativo dei principali disegni di legge si estende nell’arco di diverse settimane o mesi. In questo caso si parlerebbe dell’equivalente di meno di 72 ore, anche se la situazione è di emergenza. Il divorzio dalla Ue dovrebbe scattare il 31 ottobre e la commissione europea ha già avviato il processo di ratifica, predisponendo la sua eventuale approvazione nel Parlamento europeo. Ma il benestare dell’Eurocamera è vincolato alla sua piena approvazione a Londra, e i tempi stringono.