Resilienza e sport … riflessioni.

 

Dal circuito motociclistico Marco Simoncelli di Misano, strategica tappa italiana del Moto GP, anche questo weekend i giovani piloti ci regalano emozioni e lezioni di resilienza già dalle prove libere della prima mattinata. La capacità di uno sportivo di mantenere il focus sull’obiettivo anche in condizioni di stress o di fronte al rischio di fallimento è di sicuro una delle qualità che fanno emergere un vero campione . A stimolare questa riflessione oggi è Lorenzo Dalla Porta , in testa al mondiale della Moto 3, che cade ma si rialza ottenendo una settima posizione per partire in terza fila nella gara di domani . Ma non solo, lo precede di poco il collega Jaume Masia, che continua a stupire per la sua  caparbietà e per il suo essere impavido che a volte lo spinge ai limiti dell’incoscienza. Nella tappa di Spielberg infatti, scivola con la propria moto agli ultimi giri quando era perfettamente in grado di conquistare il podio, ma senza farsi condizionare, già a poche settimane torna ad essere competitivo con la rapacità che lo caratterizza.

Mi piace ricordare un momento della storia del calcio italiano. La finale Brasile – Italia, USA 1994. È il momento che somiglia alla roulette russa. Il fiato sospeso per un lungo attimo e il cuore dei tifosi che si ferma quando Roberto Baggio calcia il rigore e sbaglia, vedendo sfumare così il titolo mondiale. La grande responsabilità di uno sportivo allora ventisettenne, la delusione degli spettatori e le lacrime di qualche adolescente… ma non solo. Anche in questo caso il fallimento non ha interrotto una tra le carriere più emozionanti per noi appassionati.

Il dono della resilienza, cioè il saper riemergere dalla sconfitta e farne tesoro e insegnamento per il futuro: questa è la differenza tra un atleta qualsiasi e un campione. La resilienza è a volte un dono innato, a volte una competenza che si può apprendere e allenare col tempo. Bisogna a apersi mettere in gioco e avere l’umiltà di imparare. Stefano Pigolotti