Demos

Vincenzo Calafiore

Dal discorso di Pericle agli Ateniesi 461 a.C. si evince quel grande significato di . Chi era lo Stato . Cosa era lo Stato Svegliarsi ancora prima dell’alba e avere in testa il discorso di Pericle agli Ateniesi. Riflessioni in una camera d’albergo fumando una sigaretta affacciato a una finestra spalancata alla notte. Il giorno con questo pensiero prende uno spunto diverso, avverto il senso di: “ Democrazia, democratico “ e prende forma in me risvegliato quel sano desiderio di rivoluzione e di ribellione che in me si agita da sempre, mai rimasto assopito tra le pieghe di una quotidianità indegna ad ascoltare cialtroni e arruffati tutti, deputati e senatori onorevoli… di cosa e di chi? Chi e che cosa questi rappresentano o vorrebbero rappresentare, se non se stessi? Ad Atene nel 461 a.C. avevano chiari i principi di: Libertà e di Democrazia! C’è una domanda però: a noi Italiani, cosa è successo? Dilagano ovvero, La Disuguaglianza e non parlo di quella formale, parlo di quella sostanziale. La Corruzione sociopolitica. E’ una maledetta involuzione quella che ci ha portato da quel 461 a.C. al 2019 che ha ingenerato nel cittadino, di ogni singolo cittadino la sfiducia nelle istituzioni, e , una mancanza di Appartenenza. Nella mia vita non ho mai sentito alcuno vantarsi proclamando “ Noi in Italia facciamo così “. La verità è che qiì in Italia non non facciamo così, non si fa niente! Non riconosciamo una forza…. La forza dell’Unione, perché non siamo mai stati uniti e mai lo saremo. Già riecheggiavano nell’ Agorà e dalle colonne Ateniesi: il territorio e l’Appartenenza ! Già echeggiava il Popolo e l’ Appartenenza. Già echeggiava la Sovranità. Dalla finestra guardo dall’alto una parte di Atene, l’Atene tradita e divorata, ma pur sempre come un tempo “ Orgogliosa “, Orgogliosa come lo è ancora adesso il suo popolo generoso e ospitale. E il mio pensiero corre a Roma “ Caput Mundi “ espressione latina, riferita alla città di Roma, significa “capitale del mondo”, e si ricollega alla grande estensione raggiunta dall’impero romano tale da fare – secondo il punto di vista degli storiografi imperiali – della città capitolina il crocevia di ogni attività politica, economica e .. che ha tradito e strafogato oltre che se stessa anche il suo popolo.. qualcosa non torna. L’Agorà e le colonne che hanno permesso al “ Governo “ di favorire i molti e non i pochi, lì, si è costruito il “ Tempio della Democrazia. Anche noi facciamo così ? La Libertà. La libertà di cui parla Pericle è una libertà continua e immutabile, tangibile nella sua stessa quotidianità ora, ancora oggi, come ieri. Ad Atene. E allo stesso tempo appare come un’anticipazione dei diritti di libertà poi sanciti dalla Costituzione. “noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.” “ Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.” Un cittadino Ateniese non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Nei miei timidi e riluttanti approcci alla vita pubblica, da sempre ho percepito un’assenza, e cioè l’Appartenenza a uno Stato e l’Unione di un popolo, invece una massiccia ed elevata presenza di esposizioni mediatiche finalizzate a proprie singole “questioni private” di una Classe politica misera e meschina, divoratrice di risorse pubbliche. La riflessione che questa notte che porterò con me è senza ulcun dubbio quella in riferimento al rispetto delle leggi non scritte ( Diritto Romano ) che risiedono nell’universale sentimento di ciò che giusto e di ciò che è di buon senso. Tale Sentimento dovrebbe risiedere in ognuno di noi ed indirizzarci verso la strada da perseguire. Accanto al discorso di Pericle agli Ateniesi che conservo con cura e venerazione in una cornice , un bel libro di Kant, grazie a un Professore di Filosofia che me lo fece acquistare e che mi ha accompagnato durante tutto il mio viaggio della mia maturità senile: ( Kant, Critica della ragion pratica ). Non è di certo a caso che Pericle e Kant camminino assieme tra le pagine della mia vita … nel giardino della conoscenza… Scopriremo magari che quell’Universale Sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso è il medesimo cruccio di Kantiana memoria. Che l’insegnamento di Pericle, degli Ateniesi e di Kantiana memoria allora sia sempre con noi, ce da augurarselo. Sperando che ogni uomo abbia il coraggio di interessarsi allo Stato e di considerare la discussione come incontro e non come un ostacolo. Che ognuno di noi persegua felicità e libertà con la consapevolezza che la libertà sia solo il frutto del valore. Le parole finali di Pericle allora siano per noi monito di speranza per costruire una società migliore, soprattutto libera dai catenacci e dalle catene oppressive di una Germania egoista e mai sazia e di una Francia sempre più serva e giullare di questa. Ricordiamo quindi a noi stessi quel magnifico” Discorso di Pericle agli Ateniesi “