Conte bis: Otto ministeri ai grillini e sette ai dem

Il nuovo governo giallorosso si comporrà di otto grillini e sette dem. Se il premier grillino Giuseppe Conte otterrà di avere a Palazzo Chigi Vincenzo Spadafora (M5S) come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ci sarebbe un unico vice premier identificabile nel profilo di Franceschini (con la delega ai Rapporti con il Parlamento). Se invece il sottosegretario alla presidenza viene assegnata a Paola De Micheli o allo stesso Dario Franceschini del Pd, non c’è più il vice premier in quota dem. Oppure il Pd cede alle richieste dimaiane e si viaggia con Conte più i due vice. Conte deve sistemare i tre ministeri chiave che andrebbero tutti o in parte a tecnici graditi al Pd sui quali, comunque, il Quirinale ha un’attenzione particolare. Agli Esteri, infatti, non è mai tramontata l’ipotesi di confermare Enzo Moavero Milanesi anche se in pista c’è sempre l’ex premier Paolo Gentiloni. All’Economia, tra i profili che risulterebbero compatibili, ci sono quelli dell’ex ragioniere dello Stato, Daniele Franco e dell’economista Marco Buti, ora direttore generale per gli affari economici e finanziari della Commissione Ue. Buti è l’euroburocrate che dà il via libera tecnico alla legge di Bilancio dei Paesi membri. Al Viminale si parla di un prefetto sulla poltrona di ministro. I papabili, se il Pd non riterrà conveniente mandare un politico di rango come Andrea Orlando, Ettore Rosato o Emanuele Fiano, sono tre: Mario Morcone, già capo di gabinetto di Marco Minniti e grande esperto di immigrazione, l’ex direttore del Dis Alessandro Pansa  e il capo della polizia Franco Gabrielli che, però, poi avrebbe da ministro l’onere di dover indicare il suo successore al Dipartimento della pubblica sicurezza. I grillini avrebbero Difesa (Di Maio), Giustizia (Alfonso Bonafede), Infrastrutture (Stefano Patuanelli), Riforme (Riccardo Fraccaro), la Sanità (Giulia Grillo), gli Affari regionali (Vincenzo Presutto), Mezzogiorno (Barbara Lezzi), Istruzione (Nicola Morra o Lorenzo Fioramonti).  Il Pd ha affidato al vice segretario Paola De Micheli il compito di studiare i profili di possibili ministre. Sono in corsa la stessa De Micheli (sottosegretario alla presidenza o ministra allo Sviluppo Economico), Lorenza Bonaccorsi e Monica Cirinnà (Pari opportunità), Anna Ascani (Beni culturali), Debora Serracchiani e Marina Sereni (Famiglia). Mentre Rossella Muroni (Leu), già alla guida di Legambiente, potrebbe andare al ministero dell’Ambiente. Il numero dei ministeri rimarrebbe invariato: l’Agricoltura (Maurizio Martina del Pd se dovesse essere occupato il Mise) verrebbe separata dal Turismo destinato a entrare nell’orbita del Sviluppo economico. Ai Rapporti con la Ue potrebbe andare l’eurodeputato dem Roberto Gualtieri. Le scelte sui ministri (due o tre ai renziani) non sono definitive.