Contro il grande inciucio Matteo Salvini ritira i Ministri

Elezioni subito. Matteo Salvini accelera la crisi e non molla. Il Capitano ha chiesto che la mozione di sfiducia contro il premier Giuseppe Conte sia discussa prima di Ferragosto. Se invece oggi la riunione dei capigruppo del Senato farà slittare al 20 agosto la data della resa dei conti, già in giornata Salvini potrebbe ritirare i ministri del suo partito. La mossa punta ad accelerare i tempi e a sventare “l’orribile inciucio antidemocratico tra Pd e 5Stelle” e aprirebbe in autonatico sul piano istituzionale la crisi. Renderebbe inutile il dibattito sulla mozione di sfiducia presentata dalla Lega. “Conte, in questo caso, sarebbe costretto a dimettersi senza se e senza ma” spiegano i leghisti. Il partito di via Bellerio potrebbe così evitare il voto di sfiducia. Per evitare che Forza Italia finisce “con il partito dell’inciucio”, in queste ore Salvini ha chiamato Silvio Berlusconi siglando “l’accordo elettorale per la rinascita del centrodestra”. “Conto di vedere presto Berlusconi e Meloni per discutere delle elezioni regionali e l’alleanza che ha vinto deve ritrovarsi in Umbria, Emilia Romagna e poi in Calabria, Marche, Toscana. Ma parleremo anche di altro” ha annunciato Salvini. Il nuovo coordinatore di Forza Italia, Sestino Giacomoni, dichiara. “Serve subito un governo forte e con una larga maggioranza parlamentare per abbassare le tasse, creare posti di lavoro veri e riformare la giustizia”. Giorgio Mulé, portavoce dei parlamentari di Forza Italia, boccia “il governo della ribollita in salsa renziana, un’indigesta ricetta che umilia la volontà degli elettori e sazia gli appetiti di un gruppo di disperati guidati da Beppe Grillo, pronti a tutto pur di non mollare le poltrone che dicono di voler tagliare”. Nella riunione decisiva dei capigruppo del Senato, la forzista Anna Maria Bernini voterà insieme a Massimiliano Romeo (Lega) e a Luca Ciriani (Fratelli d’Italia). Con ogni probabilità prevarrà il fronte del rinvio al 20 agosto del dibattito sulla sfiducia: i renziani, i 5Stelle, Leu, +Europa, il gruppo delle Autonomie hanno la maggioranza: 173 voti contro i 138 dello schieramento pro-elezioni a ottobre guidato dalla Lega. Salvini prova anche a mandare segnali a Conte per ottenerne le dimissioni prima della sfiducia. L’ha fatto sabato con Giancarlo Giorgetti, che si è detto rammaricato perché il premier “se va alla conta in Aula crea una rottura traumatica”. “Se si dimette senza essere sfiduciato, Conte potrebbe proporsi per un bis e portare lui il Paese al voto in ottobre”. Matteo Salvini consolida l’asse con il segretario dem Nicola Zingaretti, come lui contrario all’ipotesi di un esecutivo istituzionale. “E’ coerente, molto più coerente di Renzi”. Lancia la manovra economica che varerebbe se in novembre fosse da solo al governo. “Tasse ridotte al 15% per milioni di lavoratori, pace fiscale con Equitalia, nessun aumento dell’Iva ma riduzione della tasse sulla casa”. “Non c’è assolutamente all’ordine del giorno alcuna uscita dall’euro. Io un dittatore? Macché, chiedo le elezioni, i dittatori non vogliono le elezioni” rassicura.