A Madrid si va verso le quarte elezioni in quattro anni

Spagna sempre più nel pantano politico. Il leader socialista Pedro Sanchez non ha ottenuto la maggioranza necessaria per ottenere l’incarico a formare un nuovo governo nel secondo voto al congresso. Sanchez ha ottenuto 124 voti a favore e 156 contrari, con 66 astenuti. Spicca l’astensione di Podemos di Pablo Iglesias, con il quale non è stato raggiunto un accordo per un governo di coalizione delle forze di sinistra, nonostante gli intensi negoziati. Ad impedire un accordo per un governo di coalizione di sinistra in Spagna non sono stati i dissidi sul programma, ma la questione dei Ministri, aveva affermato il leader socialista Pedro Sanchez, citato da El Pais, parlando in Parlamento prima della votazione sulla fiducia. Podemos aveva annunciato che si sarebbe astenuto, facendo mancare i numeri necessari per l’investitura. “Non ci sono mai stati problemi sul programma che hanno impedito un accordo, il problema erano i ministri”, ha accusato il leader del Psoe, puntando il dito contro Podemos. Ora scattano i due mesi previsti dalla Costituzione spagnola prima di un ritorno alle urne. In questo intervallo di tempo sarà possibile un nuovo incarico, sempre che un nuovo dibattito di investitura abbia esito positivo entro il 23 settembre, data limite oltre la quale si terranno nuove elezioni, a novembre, le quarte in quattro anni.