Morto il magistrato Francesco Saverio Borrelli: napoletano di nascita, milanese d’adozione

Francesco Saverio Borrelli è morto ad 89 anni. Il magistrato, capo del pool di Mani Pulite, si è spento nell’hospice dell’Istituto dei Tumori. Nato a Napoli il 12 aprile del 1930, era entrato in magistratura nel 1955. A Milano tutta la sua carriera. Accanto a lui fino alla fine, la moglie Maria Laura e i figli Andrea e Federica. La camera ardente in Tribunale.

Laureato in giurisprudenza con una tesi intitolata “Sentimento e sentenza”, entrò in magistratura nel luglio del 1955 come pubblico ministero. Nel dicembre del 1983 divenne Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano. tenne questo incarico fino al maggio del 1988, data in cui divenne capo dello stesso ufficio. Dal marzo 1999 alla pensione nell’aprile 2002 è stato procuratore generale della Corte d’appello milanese.

Il suo nome diventa noto al grande pubblico nel 1992, quando, con l’inchiesta del Pio Albergo Trivulzio ebbe inizio “Tangentopoli” e l’avvio della fine dalla prima Repubblica. Francesco Saverio Borrelli diresse il pool di magistrati che indagò sullo scandalo che portò al dissolvimento di un’intera classe politica insieme ad Antonio Di Pietro, Ilda Boccassini, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo. Fu lui a spedire al leader socialista Bettino Craxi il primo avviso di garanzia. Nel corso della sua carriera difese sempre con fermezza il principio costituzionale della indipendenza della magistratura.

Fu lui a coniare lo slogan “resistere resistere, resistere” in riferimento alle riforme del governo Berlusconi nel 2002, riprendendo, all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Corte d’appello, le parole di Vittorio Emanuele Orlando dopo la disfatta di Caporetto. Fu sempre lui, nel 1993, in apertura della stagione di Mani pulite, a dire ai candidati alle elezioni politiche: “Se hanno scheletri nell’armadio, li tirino fuori prima che li troviamo noi”. Nel 2006 viene nominato capo dell’ufficio indagini FIGC dal commissario straordinario Guido Rossi in seguito allo scandalo di “Calciopoli”. Nel 2012 venne insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.