Governo M5s-Lega anche dopo il 20 luglio continueranno a stare assieme. Nessun interesse da parte delle due forze politiche di dichiarare la crisi

La data del 20 luglio 2019 sarà ricordata come un giorno che poteva arrecare all’Italia la più grossa “sciagura” politica del terzo millennio.
L’arrivo del “Tsunami” politico era, appunto, annunciato per il 20 luglio, giorno della caduta del Governo giallo/verde provocata dal Vice presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini. La motivazione i continui No che riceve dall’altro Vice presidente e Ministro alle attività produttive Luigi Di Maio per quanto riguarda Autonomia regionale, Tav, flat tax, e poi il distinguo da parte del M5s nel voto favorevole per l’elezione di Ursula Von der Leyen presidente Commissione Europea, argomenti che per Salvini sono vitali per la vita del Governo. In aggiunta a questi problemi le ultime sofferenze di Salvini nei confronti della Ministra della difesa Elisabetta Trenta e del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, entrambi del M5s, ritenuti inidonei. Tantissimi italiani fin dalle prime ore del 20 luglio sono stati a continuo contatto con tutti i mezzi d’informazione per sapere l’ora in cui il Ministro Salvini avrebbe staccato la spina al Governo. La giornata del 20 luglio volge al tramonto e allo stato attuale tutte le “previsioni meteo” annunciano tempo calmo con possibilità che si estenda anche nei prossimi giorni e, sicuramente, nei prossimi mesi. Nessuno più di Matteo Salvini e dell’intero partito della Lega è interessato a mantenere in vita questo Governo. I sondaggi continuano ad affermare che la Lega cresce nonostante nulla si muove in positivo nei confronti degli Italiani, in particolare per gli abitanti del Sud. Staccare la spina all’attuale Governo significherebbe per Salvini affrontare una campagna elettorale sulla difensiva e subire i duri colpi del M5s che lo accuserebbero di non essere stato capace di mantenere fede al contratto stipulato per fare crescere il Paese. Salvini dovrebbe poi tornare ad allearsi per le elezioni politiche di nuovo con Berlusconi e la Meloni e il piccolo raggruppamento di centro che fa capo a Lorenzo Cesa. Cioè dividere con più formazioni politiche l’azione di Governo. Si sentiranno ancora promesse che non si realizzeranno per volere dell’una o dell’altra forza che governa l’Italia, ma la caduta del Governo non sarà a breve. Lo abbiamo sempre affermato da queste colonne. Il punto morto superiore che in politica significa 38%-40% è l’obiettivo che Matteo Salvini si è prefissato e gli italiani al momento lo stanno seguendo. Solo se questo si verificherà nel corso della Legislatura Salvini farà morire l’attuale Governo per tentare la scalata solitaria con la sola Lega alla guida del Paese. Si sperava nell’azione dei Sindacati, dopo essere tornati nuovamente uniti, capaci di fare cambiare rotta al Governo a proposito della disoccupazione giovanile e le tasse, invece oltre a qualche manifestazione locale o regionale, solo apparizioni in televisione e interviste sui giornali per continuare a dire che il Governo tradisce la fiducia degli italiani. Il varo della prossima Finanziaria potrebbe essere, questo sì, l’inizio del ridimensionamento della Lega in termini di consensi giacché si dovrà fare una manovra per niente soft.