Rimborsi a 28 giorni: ora le compagnie telefoniche dovranno pagare

Nessuna proroga. Le compagnie telefoniche che hanno applicato i rimborsi a 28 giorni, per effetto della decisione del Consiglio di Stato che ha respinto l’appello, dovranno restituire i “giorni illegittimamente erosi” dal giugno 2017, quando cambiarono le contabilità dei mesi. Lo ha stabilito la sentenza del Tar. Il meccanismo sarà quello della compensazione con le fatturazioni future. Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi presentati da Vodafone, Wind-3 e Fastweb. La decisione del Tar, presa il 4 luglio in camera di consiglio, ha respinto l’appello principale e quello in via incidentale (contro la decisione del Tar di dimezzare le multe decise dall’Agcom). La sentenza prevedeva inizialmente la “restituzione” dei giorni entro il 31 dicembre 2018, ma il ricorso delle compagnie aveva bloccato la procedura. Le multe iniziali, che ammontavano a un milione e 60 mila euro, rimangono quindi ridotte a 580 mila euro. Nelle sentenze non figura ancora Tim, che aveva presentato ricorso in seguito e sulla quale non c’è quindi un pronunciamento, anche se nei dispositivi relativi agli altri operatori, appare univoca la decisione di confermare la sentenza originale del Tar. Una cifra tra i 30 ed i 50 euro ad utente: così il Codacons in una nota quantifica l’indennizzo per la pratica delle bollette a 28 giorni. “Si apre definitivamente la strada ai rimborsi diretti in favore degli utenti, che dovrebbero ricevere un indennizzo per le maggiori spese sostenute a causa dell’illegittima pratica delle bollette a 28 giorni”, ha spiegato il presidente Carlo Rienzi.