Crotone emergenza rifiuti, la Sen. Corrado: “si intervenga immediatamente sull’incoscienza e il pressapochismo del Polo Tecnologico di Ponticelli per la tutela di lavoratori e cittadini”

Lo smaltimento dei rifiuti e dove conferirli è il dramma che vivono moltissime amministrazione in particolare dell’Italia centro meridionale. Roma in fatto di strade intasate da rifiuti ha tolto il primato che era ad esclusivo appannaggio di Napoli. Non solo le aree metropolitane ma anche città che per dimensioni rappresentano un quartiere di Roma devono convivere con il problema dell’accumulo della spazzatura. Crotone fa parte di questa brutta realtà che si determina ogni qualvolta l’unica discarica esistente nel territorio (discarica di Ponticelli) va in tilt per eccessiva ricezione di spazzatura. La normale produzione di spazzatura prodotta dai crotonesi è pari a 80 tonn/giorno, nel periodo estivo si raggiungono 90 tonn/giorno. La discarica di Ponticelli ne può ricevere soltanto cinquanta tonnellate. Ciò significa che i cittadini di Crotone spesso devono convivere con l’accumulo della spazzatura lungo le strade. Parlare della realizzazione di un’altra discarica nel territorio equivale ad una scommessa di un miliardo di euro che andrebbero al vincitore che punta sulla realizzazione. La popolazione di ogni Comune della Provincia di Crotone si è sempre opposta alla realizzazione. Lo fa con ragione giacché dovrebbe essere realizzata in prossimità dell’abitato. Il problema accumulo spazzatura rimane, quindi, irrisolto per Crotone dovendo utilizzare soltanto Ponticelli. Un’anomalia che continuerà ad esistere nell’attesa che qualche “studioso” s’inventi come smaltire i rifiuti senza portarli alle discariche. Per quanto riguarda la discarica di Ponticelli, la Senatrice Corrado ha dichiarato: “Leggo che delle circa 90 tonnellate di rifiuti prodotte giornalmente a Crotone nella stagione estiva, solo 50 raggiungono l’impianto di Ponticelli, o meglio il Polo Tecnologico di Crotone, come pomposamente lo chiama la Ekrò scarl, che lo gestisce unitamente a quello di Rossano-località Bucita. Quasi metà dei rifiuti solidi urbani (RSU) resta sul territorio, dunque, accatastato accanto ai cassonetti e nelle decine di aree abusivamente utilizzate a tale scopo dai cittadini, che spesso non hanno o non ritengono di avere alternative. Al dibattito in corso sui media aggiungo altri elementi: il 18 giugno scorso ho segnalato ai Carabinieri Forestali e del Nucleo Operativo Ecologico la gravissima situazione di Ponticelli. Gravissima non solo perché il conferimento si limita a 50 su 90 tonnellate ma perché le condizioni dell’impianto, che è ormai l’ombra del sito tecnologico dei tempi di Veolia, sono così compromesse da porre a rischio costante l’incolumità e la salute della quindicina di addetti. Ho infatti raccolto inforrmalmente le loro lamentele, corredate da immagini inequivocabili che li mostrano esposti senza tutte le dovute precauzioni a fumi, tanfo di putrefazione oltre i limiti di tollerabilità e pericolose esalazioni di metano, caldo insopportabile, percolato diffuso su tutte le superfici (anche interne ai capannoni), oltre a documentare un contatto troppo ravvicinato e costante con i rifiuti movimentati dal ‘polpo’ meccanico, nel cui raggio pericolosamente si muovono. A distanza di appena qualche giorno, sono scattati i controlli del caso; ringrazio perciò tutte le forze dell’ordine e gli uffici dell’ASP coinvolti nell’operazione. Nell’attesa di conoscere l’esito ufficiale di quelle verifiche, però, ho integratola prima nota con alcune informazioni relative alle fasi immediatamente precedenti e subito successive ai sopralluoghi effettuati. Pare, infatti, che prima che i tecnici del Servizio Igiene e Sanità arrivassero sul posto, la Ditta, già al corrente, abbia tentato di ‘correre ai ripari’ (nei limiti consentiti dalle pessime condizioni dell’impianto). Soprattutto, è stato spento il trituratore che, ormai obsoleto e da tempo malfunzionante, è fonte di gran parte dei fumi, dei rumori e in generale delle problematiche che gli addetti lamentano. Lo spegnimento è stato giustificato con presunti lavori di ammodernamento dell’impianto, in realtà appaltati ma non ancora avviati. L’episodio, molto grave e purtroppo non isolato, si commenta da sé. La necessità di mantenere in funzione il Polo Tecnologico di Ponticelli è indubbia ma non è possibile farlo a qualsiasi prezzo, né consentire a chicchessia di violare impunemente le stringenti norme di gestione di simili impianti, soprattutto se la salute dei lavoratori e la qualità del servizio che i cittadini pagano profumatamente ne risultano compromesse. Ho chiesto, dunque, che la Proprietà (Ekrò fa capo all’Envì Group) sia chiamata a ripristinare immediatamente condizioni di lavoro decorose e lecite, eventualmente anche mediante le sanzioni pecuniarie previste in caso di gravi violazioni, argomento di sicuro effetto… È impensabile, del resto, che un affare da milioni di euro, qual è il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti (e non apro volutamente il capitolo differenziata!), sia gestito con l’incoscienza e il pressappochismo che oggi regnano a Ponticelli.