Come difendersi dall’aumento dei costi del conto corrente

Qual è quello strumento finanziario al quale tutti, indipendentemente dal proprio status sociale ed economico, accedono con maggior frequenza? Risposta semplice: il conto corrente.  Senza di esso, infatti, non si può usufruire di una infinità di servizi che, al giorno d’oggi, vengono dati per scontati, come disporre del bancomat o di una carta di credito, addebitare le bollette, aprire un deposito titoli o trasferire somme tramite bonifico. Diviene di fondamentale importanza, quindi, conoscerne i costi e valutare attentamente quale sia il migliore in base alle singole esigenze o a quelle del nucleo familiare.

Costo conti correnti: trend tristemente in crescita

Prima di parlare dei costi, spesso salati, che riservano gli istituti bancari, va ricordato che anche l’erario percepisce la sua parte con la poco amata imposta di bollo, che però, a differenza di quella applicata sul dossier titoli, non è progressiva. Questa tassa viene applicata solo se la giacenza media del conto corrente è pari o superiore a €.5000,00 e calcolata ed addebitata con identica cadenza dell’invio dell’estratto conto: l’inoltro annuale, qualora si raggiungesse quel saldo medio, comporterebbe un addebito complessivo di €.34,20 (cifra massima addebitabile nell’anno solare); se invece lo ricevessimo trimestralmente, la giacenza media verrebbe calcolata solo per il periodo di competenza e prevederebbe un addebito di €.8,55 (€.34,20/4 trimestri). Se con qualche abile marchingegno si può risparmiare qualcosa a livello di imposte, sui costi bancari, invece, l’utente ha solo un’arma: raffrontarli e scegliere il più conveniente per le sue esigenze. Secondo una ricerca di mercato riferita al 2018, il costo medio di un conto corrente si aggira attorno ad €.85,00, spese ripartite fra le seguenti voci: canone base; canone bancomat; canone carte di credito; spese postali per invio documentazione (che possono essere evitate, nella maggior parte dei casi, chiedendo la domiciliazione postale on-line); altre spese fisse (come, a titolo esemplificativo, canone home banking). Questi costi nel 2019 sono ulteriormente lievitati: i più importanti istituti di credito, infatti, hanno applicato in svariati casi degli aumenti, talvolta decisamente sostanziosi.

Conti correnti on-line: arma di difesa per il risparmiatore

Uno strumento che consente di quantificare, istantaneamente, l’onerosità di un conto corrente, è rappresentato dall’ISC (indicatore sintetico di costo), un indice che le banche devono indicare, in modo chiaro e comprensibile, in ogni documento di sintesi del conto corrente. Negli ultimi anni, grazie all’avvento delle nuove tecnologie, gli utenti hanno al loro arco una freccia importante per risparmiare: aprire un conto corrente on-line. Grazie al limitato costo per le spese del personale, e l’assenza di oneri per il mantenimento e ammodernamento degli sportelli, questi conti correnti rappresentano un indubbio vantaggio in termini di costi per l’utente bancario, che spesso vede gli oneri ridursi sensibilmente: informazioni dettagliate QUI. Il punto di forza di un conto corrente on-line dev’essere, giocoforza, l’home-banking, la piattaforma alla quale accede il cliente per visionare il proprio conto corrente e svolgere le operazioni. Quelli più virtuosi e funzionali, oltretutto, danno modo di interagire con l’assistenza clienti anche tramite video-chiamata, oltre ai classici canali telefonici e di help desk in remoto; inoltre, danno la possibilità di veicolare parte dei propri risparmi su strumenti vincolati con una remunerazione indubbiamente più appetibile, come, ad esempio, il conto deposito. La possibilità di risparmiare, quindi, esiste: basta solo prestare attenzione.